Bidellopoli, ovvero del futuro delle graduatorie

Ogni anno le graduatorie per tutte le categorie di chi lavora nella scuola (collaboratori scolastici, personale di segreteria, docenti, supplenti, liste di 24 mesi, a esaurimento, sissini, precari, e recentemente, vedi il caso milleproroghe, dirigenti scolastici) sono delegittimate da ricorsi e controricorsi, verifiche di punteggio e di titoli preferenziali, sanatorie.

Ad inquinare ulteriormente la credibilità delle graduatorie, si è notato come nelle scorse settimane sia montato uno scandalo di nuovi inserimenti in posizioni utili nelle graduatorie di centinaia di nominativi privi di qualsiasi anzianità negli anni precedenti. I fatti, sui quali hanno aperto indagini le locali Procure, hanno coinvolto Torino e Napoli, e sono stati prontamente battezzati dalla stampa sotto il nome di “bidellopoli”.

Le principali organizzazioni sindacali di rappresentanza hanno espresso puntualmente preoccupazione e l’urgenza di porre in essere provvedimenti per ridare credibilità a tutte le graduatorie. E hanno scritto al nuovo ministro: è il caso della lettera aperta pubblicata dalla CGIL Scuola sul suo sito.

Da molti commentatori, e ovviamente dalle associazioni di rappresentanza dei dirigenti scolastici, si è invocata in passato una semplificazione delle graduatorie, con la possibile chiamata diretta di supplenti e collaboratori da parte dei capi d’istituto. E’ una soluzione sulla quale però la CGIL Scuola, sempre nella lettera, sembra gettare ombre, dato che alcuni dirigenti scolastici per le chiamate avrebbero utilizzato un canale già molto diretto, “quello della parentela”.

Sui fatti oggetto di indagini e sui modi delle violazioni (alcune fonti stampa ipotizzano l’intrusione nei sistemi informatici degli Uffici Scolastici, altre parlano apertamente di corruzione), si muoverà la magistratura. Ma resta lo sconcerto per questo ennesimo capitolo di una guerra tra poveri, nella quale la vittoria è rappresentata dall’accesso, alle volte persino un accesso precario, a professioni, quelle di docente e di non docente, per le quali, di volta in volta, si ricorda che i salari sono tra i più bassi in Europa e che non c’è nessun premio per il merito.