Besa, una mostra in controtendenza per il giorno della memoria

Nella settimana che prepara il 27 gennaio, giorno della memoria, sono in atto molte iniziative per preparare l’evento e, in particolare, per coinvolgere le scuole.

Ieri sono partiti per il Viaggio della Memoria al Ghetto di Cracovia, ad Auschwitz e a Birkenau, 130 studenti delle scuole superiori di Piemonte, Lazio, Calabria e Sicilia che si sono distinti nella realizzazione di attività e progetti dedicati alla memoria della Shoah. Con loro i ministri Profumo e Severino, il presidente dell’ Ucei Gattegna e il presidente della Rai Tarantola.

Tra le tante iniziative merita attenzione una mostra fotografica, intitolata BESA (codice d’onore che significa ‘mantenere la promessa’), dedicata ad Albanesi musulmani che salvarono ebrei dallo sterminio della Shoah, molti dei quali sono ricordati nei Giusti tra le Nazioni in Gerusalemme.

La mostra BESA mette in crisi il consueto modo di pensare, infrangendo alcuni stereotipi tenaci. La sorpresa che siano dei musulmani a salvare ebrei è un esempio dirompente in quest’ottica. Così come suona inusuale l’ostinato patto di riconoscenza da parte di ebrei che vogliono ringraziare i loro salvatori musulmani attraverso un riconoscimento solenne che perduri nel tempo.

La mostra, una produzione di Yad Vashem di Gerusalemme, Israele, organizzata da Istoreco (www.facebook.com/mostrabesa www.istoreco.re.it), dalle Comunità ebraiche di Modena e Reggio E., dal Circolo culturale della Comunità islamica di Reggio E. e provincia, è ospitata nella sinagoga reggiana e nelle prossime domeniche verrà trasferita nelle due moschee della città.

E questa delle sedi della mostra, la sinagoga e la moschea, è una bella sfida per continuare il coraggioso messaggio di pace vera e di fratellanza degli Albanesi del BESA.