“Non credo sia giusto considerare solo i docenti delle scuole statali come destinatari del bonus per l’autoformazione. Il sistema scolastico è uno, come definito dalla legge 62 del 2000. La mia opinione è che gli studenti delle scuole paritarie devono poter esser considerati studenti, ma anche “esseri umani” come gli altri studenti e titolari del sacrosanto diritto di imparare nel miglior modo possibile. Così invece rischiano di subire un trattamento non equo, discriminante: la scuola è scuola ovunque si tiene, anche se si svolge nel deserto o su una montagna, qualunque sia il gestore: la scuola è scuola. E la funzione educativa è pubblica sempre, sia nel caso in cui sia svolta in una struttura comunale, statale, o paritaria”. Sono parole di Luigi Berlinguer, ex ministro dell’Istruzione, tra i principali artefici della legge di attuazione costituzionale che disciplina le scuole paritarie, che ha così commentato la proposta di Tuttoscuola (“La Buona scuola dimentica i docenti delle paritarie” http://www.tuttoscuola.com/cgi-local/disp.cgi?ID=37280 ) di estendere ai docenti delle paritarie il diritto alla carta del docente, il bonus da 500 euro per la formazione e l’aggiornamento degli insegnanti. Di tutti gli insegnanti che contribuiscono al sistema nazionale di istruzione, “costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli enti locali” (art. 1, c. 1 della legge n. 62/2000 sulla parità). Diritto che invece la legge n. 107/2015 ha negato ai docenti delle paritarie, visti forse come “figli di un dio minore”.
E il diritto degli studenti di quelle scuole ad avere insegnanti aggiornati? Berlinguer tira dritto nel ragionamento: “è assolutamente necessario che il docente abbia una formazione adeguata, a prescindere da chi lo deve retribuire e dalla sua condizione di professionista, cioè a prescindere da dove l’attività di insegnamento e formazione viene svolta. Trovo quindi singolare assicurare in alcune scuole questo obiettivo e in altre no”. D’altronde, spiega l’ex ministro, “una caratteristica della legge 62/00 è relativa all’obbligo che i docenti delle scuole paritarie abbiano la medesima formazione professionale e che i gestori di quelle stesse scuole non possano attingere ad un bacino di persone prive di tale certificazione. Se il bonus è orientato alla definizione della personalità di colui che si deve impegnare nella funzione docente (va visto infatti come un investimento nella costruzione della personalità intellettuale del docente, non come una mercede che retribuisce il lavoro di docente) e non è quindi rivolto alla professionalità, esso deve essere rivolto a tutti”. Ma come si può spiegare la svista della legge rispetto a un principio così chiaro? “Oggi in Italia – risponde con amarezza Berlinguer – non è facile parlare distesamente di scuola paritaria. Non si puó tuttavia non prestare la dovuta attenzione all’aspetto personale del docente, prima ancora che al professionista”. E ricorda: “Il pluralismo sancito nella e dalla Costituzione, che assicura ai privati il diritto di istituire una scuola, non è una concessione dello Stato, ma un diritto, che garantisce che nel medesimo Stato convivano scuole diverse”. Più chiaro di così…
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