
Barbacci confermata alla guida della CISL Scuola: ‘Ora vigilanza e responsabilità. Le parole del ministro vanno misurate con i fatti’

Ivana Barbacci è stata eletta all’unanimità segretaria generale della CISL Scuola al termine dei lavori dell’VIII Congresso Nazionale, concluso oggi a Trieste. La affiancheranno in segreteria Paola Serafin, Roberto Calienno e Attilio Varengo. Con un intervento denso di significato e orientato all’azione, Barbacci ha chiuso a Trieste l’VIII Congresso nazionale della CISL Scuola. Un discorso che ha intrecciato passione, concretezza e visione politica, richiamando la categoria all’impegno collettivo e al senso di responsabilità. “Sono state giornate d’animo, in cui ognuno di noi ha potuto mettere a sistema i pensieri”, ha esordito Barbacci, sottolineando il valore delle relazioni umane, della cura del linguaggio e della riflessione sull’Intelligenza Artificiale, indicata come uno dei temi chiave su cui costruire una nuova consapevolezza professionale.
Parole e fatti: il contratto come banco di prova
Nel cuore dell’intervento, il contratto. Barbacci non ha mancato di raccogliere le parole del Ministro Valditara – presente al Congresso – e di rilanciarle con determinazione: “Le parole lasciano il segno. Per questo prendo alla lettera quelle del Ministro: vigileremo sugli impegni che si è assunto. Noi misuriamo le parole ai fatti”.
Il contratto 2022-24, ha ricordato la segretaria, ha a disposizione risorse che valgono un aumento del 6%. “Dobbiamo fare un’operazione importante: provare a mettere a sistema tutte le risorse disponibili. Chi fa credere che si possa tornare indietro nei trienni già chiusi mente sapendo di mentire”. Serve dunque, secondo Barbacci, “un intervento politico”, non nuove leggi:
“Oggi abbiamo risorse stanziate nella Legge di Bilancio 2025 che possiamo utilizzare subito per chiudere il contratto 22/24 e aprire quello 25/27. Chiederò conto al ministro Valditara delle sue intenzioni”.
Welfare contrattuale e giustizia retributiva
Al centro anche il tema del welfare e delle tutele accessorie: “Il ministro ha dato alcune indicazioni, io faccio raccomandazioni: non ci siano interventi spot, non ci siano misure per attirare consenso, ma una progettazione organica e sostenibile nel tempo”. Barbacci ha insistito su una logica equa: “Partiamo dal personale con retribuzioni più basse. La giustizia si esercita in condizioni di equità. Per questo dobbiamo partire dal personale ATA”.
Ha inoltre ribadito che ogni intervento a beneficio del personale deve essere “contrattualizzato”, inclusi i buoni pasto, definiti un diritto nella logica di un sostegno articolato e strutturale.
Formazione e valorizzazione professionale
Sul fronte della formazione e dell’emancipazione professionale degli insegnanti, la segretaria Cisl Scuola ha rilanciato la necessità di passare dalle intenzioni agli atti legislativi, chiamando in causa Parlamento e Governo: “Ricorderò al ministro che si è preso degli impegni nell’atto di indirizzo. Ma serve un intervento legislativo per modificare il DL 36. Solo così potremo costruire un percorso di emancipazione della professionalità docente”. Un passaggio che, ha aggiunto, dovrà fondarsi sulla relazione diretta con le persone, “nelle scuole, non sugli schermi”, e “guardando la realtà con occhi nuovi”.
Partecipazione, responsabilità e un messaggio di pace
Barbacci ha rivendicato lo spirito di partecipazione sindacale come responsabilità collettiva: “Mi sento di dire che partecipiamo anche noi a quello spartito. Ci muoviamo a piccoli passi, poi andiamo avanti. Questo è un messaggio di operosità da chi ha coscienza della propria responsabilità”.
Infine, un passaggio forte e simbolico sul piano umano e politico: “Ci siamo detti: no alle guerre, no ai massacri, sì alla vita, alla protezione delle identità dei popoli. Ognuno di noi si dia un termine per fare un atto concreto di umiltà. La prima che lo farà sono io”.
Indicazioni nazionali e autonomia: vigilanza alta
Barbacci ha quindi affrontato con lucidità il tema della riforma delle Indicazioni nazionali, rivendicando un confronto pluralista e aperto: “Le Indicazioni nazionali sono patrimonio della scuola, non si definiscono con una commissione di amici con una caratterizzazione ideologica uniforme. La scuola è di tutti”.
Pur riconoscendo che “l’ultima versione è molto migliorata”, ha ribadito che “la scuola non può essere alla mercé delle maggioranze di turno”. “Nessun dorma, né sull’autonomia differenziata né sulle indicazioni nazionali. E vogliamo che i ragazzi stranieri che vanno a scuola abbiano la cittadinanza”.
Sulla legge di bilancio: nessun taglio
In chiusura, l’allarme sulla Legge di Bilancio: “Non potranno esserci altri tagli alla scuola. L’anno scorso sono stati leggeri, ma non ci saranno repliche. Se qualcuno pensa di ridurre gli organici in base al calo degli studenti, rispondiamo che questa non è personalizzazione”.
La segretaria ha rilanciato la visione di un organico “funzionale all’autonomia scolastica”, capace di rispondere ai bisogni formativi reali.
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