Bambini a scuola in auto da soli: il 16% delle mamme si fiderebbe

Bambini che vanno a scuola in macchina. Da soli. Fantascienza? No, potrebbe essere il nostro futuro prossimo. Perché secondo quando racconta un’indagine di Ford su un campione di di circa 5mila persone, il 16% delle mamme europee si fiderebbe a lasciar viaggiare i propri bambini su un’automobile con il pilota automatico.

Quello del lasciar andare i bambini a scuola da soli non sarebbe nemmeno l’unico vantaggio del pilota automatico secondo i partecipanti alla ricerca. L’80% degli intervistati utilizzerebbe la guida autonoma durante i viaggi per rilassarsi e godersi il panorama, il 72% per chiacchierare in tranquillità e sicurezza al telefono, il 64% per mangiare qualcosa. A seguire nei desiderata figurano leggere un libro, guardare un film, navigare su internet e dormire. A questi aggiungiamo pure che quasi la metà degli intervistati ritiene che una self-driving car sarebbe più sicura di una vettura tradizionale

Certo è che il campione intervistato è residente n Gran Bretagna, Germania, Francia, Spagna e Norvegia. Chissà invece cosa penserebbero le mamme italiane del mandare i propri bambini a scuola da soli su una vettura che si guida autonomamente. Perché, tralasciando la questione automobile, proprio qualche settimana fa abbiamo visto quello che è successo a Catania, dove una mamma è arrivata persino a mettere le mani addosso al preside di suo figlio colpevole di non aver accettato la sua richiesta. La donna voleva, infatti, che il suo bambino di 8 anni tornasse a casa da solo in quanto lei non poteva essere presente al momento dell’uscita da scuola.

Di questo fatto si era già occupato il nostro esperto: “Esistono degli elementi – scriveva il nostro Giovanni Battista Diciocia – che possono consentire al dirigente scolastico di corrispondere o meno, in maniera ponderata, alle istanze avanzate dai genitori. Così facendo, la natura della vigilanza si esplica, non già come semplice custodia, ma quale componente di una sostanziale, condivisa e produttiva relazione giuridica tra scuola e genitori. Non deve esserci, dunque, un’applicazione acritica e meccanica dell’indicazione dell’Avvocatura, ma piuttosto una ponderata decisione del dirigente scolastico che tenga conto di tutte le motivazioni addotte dalla famiglia”.