A breve, per offrire maggiori informazioni e consigli alle famiglie con figli affetti da disturbi dell’apprendimento causati da iperattività, il governo scozzese farà partire appositi incontri con esperti, già preceduti dalla recente pubblicazione di linee-guida.
Non si tratta di veri e propri corsi di formazione – riferisce la BBC – né di interventi che possono finire con il colpevolizzare i genitori per il comportamento dei figli, ma di dare loro strumenti aggiuntivi allo scopo di renderne più efficaci gli interventi.
L’auspicio è che iniziative simili possano essere estese anche al resto del Regno Unito, da dove provengono segnali di grande interesse: in numerose zone del Regno Unito la frequenza ai corsi è raccomandata, ma non è disponibile ovunque.
Si stima che, in Gran Bretagna, almeno il 5% di tutti i giovani in età scolare siano affetti da disturbi del comportamento collegati ad iperattività.
In Italia, secondo alcuni studiosi, il fenomeno della iperattività (ipercinesia) è un disturbo dell’età evolutiva che colpisce circa il 4% dei bambini, risulta di non facile trattamento, ed è al contempo molto diffuso e in aumento.
Viene riferito da altri studiosi che più del 90% dei bambini che visitano i centri di neuropsichiatria-infantile degli Stati Uniti sono degli ipercinetici, ma di questi solo l’8-10% sono decisamente quadri patologici.
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