Bachelet (Pd): Gelmini continua a sfruttare i precari

La Gelmini ha cancellato più di 80 mila insegnanti dall’organico attraverso riduzioni dell’orario scolastico ammantate del nome delle riforme. Ma non ha bandito vecchi concorsi, non ha definito nuove classi di concorso né ha varato nuove modalità di reclutamento; la formazione iniziale non è partita e non si sa se partirà”. E’ questo il j’accuse con il quale il coordinatore del Forum Politiche dell’Istruzione Pd Giovanni Bachelet risponde sul Messaggero alla lettera di ieri del ministro Mariastella Gelmini sul medesimo quotidiano.

Secondo Bachelet l’assorbimento dei precari senza crearne di nuovi, pronunciato ieri dal ministro non è che il programma originario dell’ultimo ministro del contro sinistra “Fioroni: un piano di emergenza per sistemare i precari ereditati dalla Moratti (ultimo concorso: Berlinguer, 1999) in vista di un nuovo e più razionale reclutamento per il futuro”.

L’esponente democratico insomma rimprovera al ministro di predicare ora bene, ma di razzolare male (“La ministra parla da tre anni di bidelli più numerosi dei carabinieri (ma le scuole sono più delle caserme) e di presidi che chiedono soldi alle famiglie (ma lei non paga i debiti alle scuole) mentre la massa dei precari non diminuisce e ai giovani laureati è negato da 4 anni ogni diritto alla formazione e al reclutamento”) e propone la discussione in Parlamento di “un provvedimento organico di reclutamento per la scuola, per il bene dei ragazzi e delle famiglie”.

Quanto all’analisi del fenomeno precariato, l’esponente democratico sembra abbracciare una lettura proposta da oltre un anno da Tuttoscuola e recentemente riepilogata nel dossier 10 anni di precariato, tutti i dati , e ripresa nelle settimane scorse da molti colleghi di partito (Mariangela Bastico e Francesca Puglisi su tutti), nonché da diverse sigle sindacali: “Nelle materie tecnico-scientifiche le graduatorie risultano esaurite in molte province e, senza meccanismi di reclutamento, i dirigenti scolastici sono costretti a chiamare, proprio nelle materie in cui i ragazzi sono deboli nei confronti internazionali, docenti non abilitati”.