Bacchettati i dirigenti scolastici

Intervenendo ad un convegno di Treelle sulla dirigenza scolastica, il ministro della PI Fioroni ha bacchettato i capi d’istituto per almeno tre “peccati” di omissione: cattiva capacità di gestire i bilanci (ci sono debiti, ma ci sarebbero anche risorse finanziarie non utilizzate); atti di bullismo nella scuola non adeguatamente sanzionati o prevenuti; docenti non capaci che restano in cattedra.
Sulla questione dei docenti non idonei all’insegnamento, che restano comunque impuniti al loro posto, il ministro ha affermato che da 30 anni gli strumenti normativi per allontanare i docenti incapaci ci sono: occorre avere il coraggio di applicarli.
Su questo ultimo presunto peccato di omissione i dirigenti scolastici però non sono d’accordo, perché le norme e le procedure a difesa degli imputati – hanno detto alcuni dirigenti intervistati – sono ben più determinanti di quelle sanzionatorie e, per rimuovere un docente incapace, i dirigenti scolastici devono percorrere un vero e proprio calvario.
Tra difese d’ufficio dei sindacati o dei legali dei docenti perseguiti, il dirigente quasi sempre soccombe e lascia perdere, accontentandosi, quando ci riesce, di ottenere che il reo si trasferisca volontariamente in altra scuola.
La difficoltà – sarebbe meglio dire l’impossibilità – di perseguire gli insegnanti incapaci è stata del resto puntualmente denunciata nelle relazioni periodiche della Corte dei Conti del 2001 e del 2006.
Ma il sistema non si smuove, anche perché quelle norme di trent’anni fa, citate da Fioroni, oltre ad essere inadeguate rispetto alle nuove responsabilità dei dirigenti scolastici, saranno modificate solamente se e quando verrà varata la riforma degli organi collegiali della scuola.