Autonomia regionale, Salvini: ‘D’accordo con il M5S’. Continuano le polemiche

Con il Movimento 5 Stelle “siamo d’accordo”. A dichiararlo è il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini. Il tema è quello scottante dell’autonomia regionale su determinate materie. La risposta di Salvini, secondo quanto riporta Rainews.it, arriva al suo arrivo alla Coldiretti,a chi gli chiede se sia tutto a posto sul fronte delle autonomie in vista del Consiglio dei ministri di stasera.

I nodi non sono ancora del tutto sciolti ma i protagonisti della trattativa si dicono ottimisti. Lo scorso 13 febbraio il ministro per gli Affari Regionali, Erika Stefani, aveva fatto sapere: “Non c’è nessuno slittamento. I testi sono pronti e li porto in Consiglio dei Ministri domani (oggi, ndr). Restano dei nodi politici sui quali discutere”. 

Di questi nodi si occuperà Giuseppe Conte se il governo riuscisse a raggiungere una sintesi, incaricando il premier di chiudere la trattativa con le tre Regioni. «Ma siamo all’inizio, manca ancora un accordo politico e difficilmente uscirà questa sera», hanno fatto sapere autorevoli fonti grilline riportate su IlMessaggero.it.

Intanto a cantare vittoria è il governatore della regione Veneto, Luca Zaia che sui social dichiara: “Per l’autonomia ad oggi abbiamo chiuso la fase tecnica, la bozza è pronta e in arrivo in Consiglio dei ministri. A chi, come il collega governatore della Campania, fa polemiche inutili, rispondo che l’autonomia la può chiedere anche lui, invece di combattere quella per il Veneto. L’autonomia è una sfida di buona gestione e di responsabilità, la colga anche il Sud. Dopo di che dico: perché chi fino a ieri sventolava la bandiera della difesa della Costituzione (che prevede l’autonomia), oggi combatte ciò che dice la Carta? Non va più bene, se noi chiediamo di applicarla?”.

Le polemiche a cui Zaia si riferisce sono quelle portate avanti dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che ha annunciato: “Faremo di tutto per bloccare il processo dell’autonomia differenziata se vengono meno le questioni di contenuto e metodo democratico. Siamo pronti al ricorso alla Corte Costituzionale, alla mobilitazione sociale e alla lotta. Lo spirito che abbiamo è di un nuovo Risorgimento se vanno avanti spinte destinate a disgregare l’unità del Paese”.