Ardua la spartizione del vecchio ministero

L’istituzione del nuovo ministero dell’istruzione (prossimamente “pubblica“, come ha annunciato il ministro Fioroni), disposta tempestivamente con decreto legge n. 181/2006, comporta anche la spartizione degli uffici e delle risorse con il nuovo ministero dell’università.
Il vecchio Miur deve sdoppiarsi tra istruzione e università, assegnando, con le funzioni, anche le risorse, perché, come recita il decreto legge, al ministero dell’istruzione “… sono trasferite, con le inerenti risorse finanziarie, strumentali e di personale, le funzioni attribuite al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca…”
Più facile da dire che da fare, a cominciare dal fatto che prima esisteva un dipartimento dei servizi in comune, con alcune direzioni generali che funzionavano (con uffici, personale e risorse finanziarie) per l’uno e per l’altro.
Una parte (consistente) di quegli uffici, di quei soldi e di quel personale rimarrà all’istruzione e l’altra andrà all’università.
Teoricamente i due ministri dovrebbero trovare facilmente la soluzione, ma sicuramente non sarà una cosa facile, anche perché il decreto legge ha previsto che gli sdoppiamenti non possono comportare spese aggiuntive per le casse dello Stato.
E due ministeri vogliono dire due Capi di Gabinetto (con relativi uffici e segreterie); vogliono dire due segreterie dei ministri, due uffici stampa. Lo sdoppiamento ha comportato anche un aumento di sottosegretari con aggiunta di segreterie e di uffici.
E’ difficile fare le nozze con i fichi secchi…