Andrea Gavosto: doppio binario per la professione docente

I sei temi individuati da Tuttoscuola segnalano gli aspetti di maggiore disagio della scuola italiana oggi.  Se non esauriscono l’intero spettro delle criticità (per citarne una, l’inaccettabilità di forti divari territoriali di apprendimento è un altro tema cruciale, dal dossier soltanto evocato, ma non sviluppato), certamente propongono importanti spunti di discussione; le proposte operative sono poi ben ragionate e del tutto condivisibili.

Come  non essere d’accordo, ad esempio, sull’idea di una scuola aperta al pomeriggio e nei mesi in cui ora è chiusa come strumento in primo luogo (ma non solo) per combattere la dispersione scolastica? La Fondazione Agnelli era giunta alle stesse conclusioni, fondandole sulle ricerche svolte nel suo Rapporto del 2010.

E come non essere d’accordo sulla necessità di superare una visione della carriera dei docenti legata alla sola anzianità di servizio? E, più in generale, farla finita con il “patto scellerato” per cui all’insegnante lo Stato dà poco, ma chiede anche poco? Da tempo affermiamo che il nuovo contratto di lavoro dei docenti nel 2014 può essere l’occasione per una svolta radicale che, insieme a standard di formazione e reclutamento più rigorosi e trasparenti (basta con le graduatorie e le ope legis nemmeno ben mascherate, come i recenti PAS…), introduca nella professione docente un doppio binario.

Gli insegnanti che desiderano impegnarsi di più e guadagnare di più devono poter scegliere – se soddisfano standard professionali adeguati – l’opzione del tempo pieno, fino alle normali 40 ore, da svolgere con la presenza a scuola, tenendo corsi di recupero, correggendo e preparando verifiche, partecipando ad attività formative o di coordinamento didattico. Questa deve essere la sola strada che consente al docente di accedere, attraverso un ulteriore processo di valutazione e di selezione, a funzioni di maggiore responsabilità  didattiche e organizzative all’interno della scuola, con le dovute implicazioni in termini di carriera e di retribuzione. Naturalmente, chi lo vuole – ecco il secondo binario – potrà mantenere l’orario attuale, sapendo che, in cambio del maggior tempo libero, lo stipendio rimarrà basso e non ci saranno prospettive di avanzamento.

*Direttore della Fondazione “Agnelli” – Torino