Andis a Renzi: per i dirigenti scolastici meglio il concorso

Anche l’Andis, come l’Anp, prende posizione negativa sull’ipotesi, profilata dal segretario Pd Matteo Renzi nelle anticipazioni di stampa sul “Jobs Act” , che la proposta di eliminare la figura del dirigente a tempo indeterminato nel settore pubblico possa riguardare anche i dirigenti scolastici.

Non sappiamo se nelle intenzioni del proponente anche il dirigente scolastico viene considerato ‘pubblico‘”, scrive in una nota Gregorio Iannaccone, presidente dell’Associazione, che così prosegue: “Finora lo è stato poco, in termini di considerazione e di retribuzione. Al contrario di molti dirigenti di enti più o meno pubblici o territoriali, ha dovuto dimostrare di possedere un titolo di studio elevato (almeno una qualche laurea) e superare un pubblico concorso”.

L’Andis sottolinea che lo stesso Renzi ha affermato che “Un dipendente pubblico è a tempo indeterminato se vince concorso. Un dirigente no”. Ma “nella scuola non esistono dirigenti che non hanno vinto concorsi, i pochi che hanno saltato il reclutamento concorsuale ci sono nella burocrazia ministeriale e sono stati scelti dalla politica, quasi sempre non per riconosciute competenze, ma per qualità che possiamo soltanto immaginare”.

Quindi sullo “stop allo strapotere delle burocrazie ministeriali” proclamato da Renzi “siamo d’accordo, ma ci piace di più pensare a una buona burocrazia, che nella nostra Italia da un po’ di tempo manca e proprio perché c’è stata l’invadenza della cattiva politica, che ha curato gli interessi di bottega, anziché quelli del Paese“.

Al contrario “Un dirigente scolastico, reclutato con una seria procedura concorsuale e sostenuto nella sua difficile azione quotidiana, è un investimento per il futuro della scuola e per la crescita dell’Italia“, conclude Iannaccone.