Ancora una volta sarà un giudice a decidere sulla scuola

La reazione degli assessori regionali non si limiterà alle dichiarazioni politiche. Sono state preannunciate iniziative giurisdizionali per bloccare il provvedimento. Le violazioni secondo l’assessore del Lazio Silvia Costa aprirebbero la strada “a due possibili rimedi giurisdizionali“.
Al Tar per violazione di legge in quanto il DM 31 gennaio 2006 contrasta con il comma 4 dell’articolo 27 del d.lgs 226/2005, perché non sono state rispettate tutte le procedure di preventiva intesa con la Conferenza Unificata, “compresa la ridefinizione della corrispondenza tra vecchie e nuove classi di abilitazione“.
Alla Corte Costituzionale sollevando il conflitto di attribuzione perché la decisione del Governo modifica l’allocazione dell’offerta formativa sul territorio di competenza esclusiva delle Regioni, in quanto i nuovi percorsi liceali non realizzano una puntuale sovrapposizione con i percorsi di istruzione secondaria superiore del previgente ordinamento.
L’assessore ha ribadito inoltre che a suo avviso si tratta di una innovazione solo formale, se stante il limite delle risorse professionali a disposizione si deve prioritariamente realizzare l’approfondimento delle discipline obbligatorie per tutti gli studenti. Se compatibili con le risorse disponibili si possono attivare attività e insegnamenti diversi dei vari percorsi. La verifica delle condizioni di fattibilità del progetto di sperimentazione da parte del direttore regionale e il principio di autorizzazione contrastano con l’autonomia riconosciuta alle istituzioni scolastiche. Inoltre, ha concluso la Costa, sono del tutto rituali le indicazioni riferite alla formazione del personale e al sistema di supporto e monitoraggio.