Anche Pisa dice no. La sperimentazione del merito in affanno

Anche le scuole pisane bocciano unanimemente la sperimentazione del merito.

È questo l’esito delle delibere degli istituti comprensivi della Provincia di Pisa che hanno detto no ai progetti di sperimentazione per il merito che il ministero ha proposto in alcune province italiane.

Ormai il rifiuto dei collegi dei docenti non fa distinzione tra i progetti finalizzati a premiare gli insegnanti o gli istituti migliori. È un no grazie generalizzato.

Poco importa se il numero necessario per rendere formalmente valida la sperimentazione è stato raggiunto, raccogliendo faticosamente un’adesione poco convinta in qualche territorio recuperato in extremis alla sperimentazione. Quel che conta è il consenso convinto, che non c’è stato.

È forse sbagliato sperimentare procedure di merito prima di generalizzarle?

Crediamo di no. La strada del merito e della premialità che il ministro Gelmini aveva individuato fin dai suoi primi interventi, prevedendone l’introduzione con il 30% dei risparmi di sistema, non era certamente sbagliata, ma, ancora una volta, ha avuto probabilmente il difetto di non costruire adeguatamente condivisione e consenso in via preventiva.

Rispetto a dieci anni fa, quando il progetto di premialità del ministro Berlinguer finì malamente, c’è ora una maggiore consapevolezza che ha condotto la maggior parte dei docenti a legittimare premi e riconoscimento della professionalità, come è risultato da vari sondaggi.

Se il principio del riconoscimento professionale è largamente condiviso, evidentemente è mancato ancora una volta il consenso alle forme e al metodo seguito.

Il ministero farà bene a seguire i progetti superstiti per raccogliere comunque utili elementi di valutazione sulle scelte da fare. Ma dovrà costruire, insieme ai rappresentanti della categoria e in un modo trasparente e partecipato, la formula da adottare, superando l’angusto limite della sola istituzione scolastica all’interno della quale selezionare il merito dei migliori insegnanti.