Anche in Portogallo e Scozia le piccole scuole a rischio chiusura

Riferisce l’Osservatore Romano, oggi in edicola, che il governo portoghese è in procinto di emanare un piano di chiusura per almeno 900 scuole in tutto il paese, entro la fine del prossimo anno scolastico.

L’associazione dei comuni portoghesi ha espresso la propria preoccupazione temendo, in particolare, che la chiusura delle scuole preluda alla “desertificazione” delle regioni rurali, al centro di un lento fenomeno di spopolamento.

L’operazione è stata accelerata a causa della delicata congiuntura finanziaria che anche il Portogallo sta attraversando, con una crescita economica estremamente lenta e laboriosa.

Ciò ha spinto anche il governo lusitano a tagliare la spesa pubblica improduttiva, risparmiando anche sull’istruzione, ove necessario.

Anche la Scozia, dal canto suo, è interessata da alcuni mesi da un vasto piano di dimensionamento che riguarda, fra le altre, diverse scuole primarie.

Le amministrazioni locali sono intenzionate a tagliare i costi delle istituzioni semivuote, incontrando però l’opposizione delle famiglie che si vedono costrette a cercare per i figli altre collocazioni, più distanti dai luoghi di vita e lavoro.

I genitori, che hanno dato a vita a comitati contro tale progetto, hanno avuto contatti telefonici con il nuovo ministro inglese per l’istruzione il quale ha promesso di incontrarli.

Anche l’Italia è già da tempo coinvolta in un piano di dimensionamento che ha portato alla chiusura di piccole scuole dove l’esiguo numero di iscritti non poteva giustificare il mantenimento delle strutture e del personale.