Altri tagli d’organico nell’annunciato decreto Tremonti

I 47 mila posti dei tagli di organico delle due ultime finanziarie potrebbero non bastare, se il ministro dell’economia Tremonti, come ha fatto capire, proporrà imminenti ulteriori riduzioni di spesa per la scuola.

Secondo la finanziaria 2008 dovranno essere tagliati entro il 2010 altri 33 mila posti (11 mila all’anno, di cui 10 mila sull’organico docenti).

Per il 2008-2009 sono già stati tagliati 10 mila posti, ma, visto che di questi quasi 4 mila sono stati tolti limitatamente al 2008-2009 in organico di fatto, per il 2009/10 i tagli di posti in organico di diritto dovranno essere quindi di 11 mila + 4 mila.

Se anche Tremonti per il 2009/2010 (per non parlare degli anni successivi) aggiungerà altri tagli di posti, il banco rischia di saltare. Occorrerebbe rivedere drasticamente i criteri di formazione delle classi, perché con i limiti attuali sarà impossibile, in molti casi, accogliere tutti gli studenti che ci sono. Per non parlare di problemi di locali, di spazi e di agibilità.

Già oggi molte classi iniziali, soprattutto negli istituti superiori, accolgono un numero di studenti al di sopra del limite di sicurezza consentito.

Un’altra soluzione per fronteggiare gli effetti dei tagli di organico, senza incidere sul numero delle classi, potrebbe essere quella di ridurre il monte ore annuo delle lezioni, determinando un minor fabbisogno di docenti.

Come si vede, la logica dei tagli sta arrivando o è già arrivata al limite massimo e chiede di essere affrontata in termini ben diversi con interventi che debbono investire l’attuale modello organizzativo dell’intero sistema, centrato sulla cattedra d’insegnamento.

La riforma Moratti per gli istituti superiori, congelata per un paio d’anni, dovrebbe partire dal 2009. Prevede una riduzione dei curricoli e quella del monte ore annuo di lezione per quasi tutti i licei e istituti previsti: una prima risposta alla riduzione di organico potrebbe, dunque, venire da lì.

Ma ci sono altri settori dove mettere mano, come, ad esempio, i posti di tempo prolungato di scuola media in alcune regioni dove, a quanto sembra, le previste attività pomeridiane sono assenti o pressoché simboliche.