Alloggi abusivi negli edifici scolastici o custodi che svolgono un servizio prezioso? Dipende…

Da quando, oltre vent’anni fa, i dipendenti comunali in servizio nelle scuole sono stati statalizzati, passando alle dipendenze dello Stato, anche i collaboratori scolastici con incarico di guardiania, cioè di custodia dei locali, hanno perso la loro funzione e, quindi, il diritto di fruire dell’alloggio gratuitamente e dei servizi di luce, acqua e gas gratuiti, a meno che non vi siano accordi formali con il Comune circa eventuali servizi da svolgere a favore delle scuole o comunque di pubblica utilità, come può accadere in qualche caso, in cui pertanto la presenza è del tutto legittima. In molti casi però quei bidelli-custodi sono ormai da tempo in pensione, mentre gli alloggi gratuiti con tutti i servizi annessi sono passati agli eredi, senza che ne abbiano titolo, in quanto non svolgono alcun servizio di pubblica utilità.

Chiariamo subito che la questione non riguarda il Ministero dell’istruzione ma i Comuni. E aggiungiamo che se i fondi pubblici potessero finanziare un servizio da parte di custodi dedicati alle esigenze di vigilanza anche notturna e nei periodi di chiusura, manutenzione varia, etc, come accade ancora ad esempio in Baviera, sarebbe molto utile. Altra cosa è invece se gli alloggi sono occupati più o meno abusivamente, senza che le scuole a cui sono annessi ricevano alcun tipo di servizio.

A Roma – scrive Chiara Pellegrini su “Libero” – si contano tuttora “circa 500 alloggi delle scuole occupati abusivamente e che molti dirigenti scolastici rivendicano per esigenza di spazi, per allargare le aule, aumentare le classi (…) o magari metterli a disposizione delle associazioni che si occupano di attività pomeridiane nelle scuole”.

Altre centinaia di alloggi, ex-abitazioni dei custodi, si trovano a Napoli e, fors’anche, in altre grandi città italiane, sempre nella medesima situazione di occupazione abusiva degli eredi “a scrocco”, cioè a totale carico delle casse comunali.

Secondo quanto riporta “Libero” a Roma vi sarebbe stata nei giorni scorsi un’ispezione al liceo Righi della Guardia di Finanza per accertare una situazione di locali dell’ex-guardiania. La notizia è accompagnata anche dal riferimento di una delibera del Comune di Roma, ferma da tempo per irregolarità formali, che dovrebbe mettere fine all’abusivismo, restituendo agli istituti scolastici gli spazi di diritto (che ad esempio al tempo del covid sarebbero stati quanto mai utili per consentire il distanziamento, evitando il ricorso a spazi esterni di fortuna).

Intanto risulta che gli interessati si stiano organizzando, affidando ad uno studio legale romano l’incarico di contrattare con il Comune capitolino la regolamentazione delle occupazioni.
Siamo, dunque, ad una svolta?
Sembra improbabile. La prima delibera comunale è del 2009, ed è rimasta sostanzialmente ignorata.

Nel febbraio del 2023 “il Messaggero” riportava la stessa notizia di questi giorni: “stretta sulle case dei custodi. Delibera del Comune sui 400 alloggi occupati: resteranno solo gli over 65. E dovranno pagare come si fa negli alloggi popolari.

Il quotidiano romano scriveva allora “in pochissimi pagano l’affitto e ancora meno le utenze. Locali – anche in scuole note come il Righi, il Manin, il Newton o il Kennedy – che i presidi reclamano da tempo, visti gli spazi risicati a loro disposizione. Come detto, il Campidoglio ha deciso di intervenire: su spinta del presidente della commissione capitolina alla Casa, Yuri Trombetti, gli assessori Claudia Pratelli (Istruzione) e Tobia Zevi (Patrimonio) si apprestano ad approvare in giunta una delibera per risolvere il problema, alla quale hanno collaborato la presidente commissione Scuola, Carla Fermariello, il provveditorato, l’associazione dei presidi e quella degli inquilini.
Dal fronte dei presidi, il presidente dell’Anp Roma Mario Rusconi, ricorda «di aver segnalato la vicenda una quindicina di anni fa, senza che nessuno intervenisse davvero. Al di là che vanno sanate le situazioni di illegalità, abbiamo bisogno di quegli spazi per creare nuove aule, biblioteche, laboratori, allargare le mense o le palestre. Per migliorare la didattica e i servizi destinati ai ragazzi».  

Tutto questo veniva scritto un anno fa. Cambierà qualcosa?

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