Alcune semplici idee per migliorare l’esame di Stato

Il dibattito sulle valutazioni degli studenti all’esame di Stato e sul ruolo dei commissari si arricchisce di un nuovo contributo, quello del nostro lettore Paolo Fasce, che segue quello precedente di Maria Proto. Ne pubblichiamo volentieri l’intervento.

Invitiamo gli altri lettori a inviarci le loro opinioni sul tema (o su altri temi nuovi da proporre), scrivendoci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com.

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Penso che occorra affrontare il problema dell’Esame di Stato in termini seri, responsabili e chiari.

L’Esame di Stato, a mio giudizio, è un “rito di passaggio” che mi sembra quasi necessario nel mondo deresponsabilizzante in cui ci troviamo, e per svolgere questa funzione deve essere percepito come una cosa seria, dai docenti in primis.

Le mie proposte sono le seguenti:

-) Il MIUR fornisca le griglie di valutazione delle prove scritte (italiano e seconda prova scritta) assieme agli scritti medesimi, possibilmente ad inizio anno, onde orientare l’ “impegno” dei ragazzi (si vedano le considerazioni di R. Zan a proposito di questo tema).

Nella mia veste di Segretario dell’Associazione, in seno ad ANIMat ho proposto di sviluppare una griglia di valutazione per la prova di matematica, cosa sulla quale abbiamo cominciato ad impegnarci proprio in questi giorni.

In alternativa si mandino gli scritti ad una commissione nazionale di correzione che li valuti con criteri omogenei. La comunicazione dei risultati degli scritti a posteriori svincola la Commissione da atteggiamenti troppo benevoli o addirittura complici.

Senza la commissione nazionale, mi parrebbe utile un controllo sulle correzioni dei compiti che dovrebbe avvenire come segue: per ogni commissione si pesca un compito a caso, si valuta quel compito secondo la griglia e le indicazioni stabilite, se il voto attribuito è ragionevolmente vicino a quello che esprime l’ispettore, si conclude attribuendo un piccolo bonus economico e/o una menzione sulla carriera, altrimenti si valuta l’intera classe e si verifica l’operato del commissario.

In questo modo i colleghi commissari si rifiuterebbero di gonfiare i voti.

-) Il MIUR fornisca un software che consenta di oggettivizzare le opinioni di ciascun commissario, traducendo le indicazioni di ciascuno nel voto finale dell’orale.

In estrema sintesi, dopo la discussione sulla prova del candidato, ciascun commissario dovrebbe esprimersi individualmente e il risultato di questa compilazione individuale dovrebbe produrre il seguente risultato dal quale partire per una sensata discussione sul voto da attribuire:

a) Il voto del candidato è al 90% compreso tra N e N+M.

b) Il voto del candidato è N più o meno 1 con probabilità del x%.

I risultati ottenuti in a e b devono essere il punto di partenza per l’attribuzione del voto e tutta la documentazione con cui si arriva a determinare il voto deve essere conservata nei verbali (elettronici) onde consentire agli ispettori di valutare l’operato della commissione.

Troppo spesso i voti vengono assegnati “a sentimento”, spesso per giungere al minimo per la promozione e le griglie compilate di conseguenza.

Concordo sul fatto che il presidente della commissione debba essere appositamente formato, non con un corsetto a ridosso dell’esame, ma partendo prima, con una prova da superare e, pertanto, tale modalità di selezione dei presidenti (meritevoli) dovrebbe essere aperta a tutti, precari compresi.

Paolo Fasce

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