Accordo mobilità 2017: quegli aspetti ancora da chiarire

Mobilità straordinaria senza vincoli: un’eccezione per l’ipotesi di accordo 2017-18, come era già successo l’anno scorso.

Come l’anno scorso, la mobilità senza vincoli di permanenza (vale soltanto per quest’anno aveva dichiarato la ministra all’indomani dell’intesa del 29 dicembre) consente una specie di libera tutti che dovrebbe permettere di assestare il sistema, proprio come si sperava l’anno scorso. A situazione normalizzata e con i docenti più o meno vincolati alla sede di titolarità (questa la speranza un po’ utopica) finalmente gli alunni dovrebbero beneficiare della continuità didattica.

Intervistata dal Corriere.it a metà gennaio, la ministra Fedeli aveva precisato che lo svincolo della triennalità valeva «Solo per chi si è spostato quest’anno. Vorrei dal prossimo settembre che gli studenti trovassero i loro insegnanti in cattedra e possibilmente per tre anni. La continuità va incentivata». Auguri.

Ancora una volta, la continuità didattica è a futura memoria.

Non abbiamo ancora visto il testo dell’ipotesi di accordo, ma prevediamo che anche per gli alunni con disabilità non vi saranno particolari attenzioni e i loro docenti di sostegno non saranno vincolati a rimanere nella stessa scuola in cui stanno prestando servizio, ma avranno soltanto il vincolo quinquennale a permanere nella stessa tipologia del sostegno.

Sarebbe stato troppo sperare che, con un minimo di attenzione per gli alunni disabili, il contratto sulla mobilità anticipasse quanto previsto dalla delega sull’inclusione (permanenza del docente di sostegno sullo stesso alunni per la durata del percorso scolastico). Speranza forse vana, però, visto che lo schema di decreto sull’inclusione ha perso per strada quella delega che soltanto il Parlamento può cercare di recuperare.