Accordo della discordia su premi e accessori agli statali

Dopo l’accordo di Mirafiori per i metalmeccanici della Fiat, è ancora una volta scontro tra Cisl e Cgil che vengono nuovamente a trovarsi su posizioni opposte. E non lo nascondono.

Questa volta il motivo della discordia è l’intesa sui premi e sul salario accessorio per i 3 milioni e mezzo di dipendenti statali, sottoscritto venerdì scorso da Cisl, Uil, Confsal, Cida, Ugl e Usae con il ministro Brunetta.

La Cgil ha abbandonato il tavolo per protesta e riunirà la dirigenza dei sindacati di categoria della funzione pubblica e della scuola per decidere eventuali forme di mobilitazione.

La segretaria della Cgil, Susanna Camusso, dopo avere criticato l’intesa perché, a suo dire, non affronta i problemi più urgenti provocati dalla manovra finanziaria che ha tagliato il 50% dei posti dei precari e ha bloccato il rinnovo dei contratti, ha dato l’affondo agli altri sindacati, affermando che “siamo di fronte a sindacati che corrono in soccorso di un governo un po’ claudicante”.

I lavoratori sono stati presi in giro, ha detto la leader confederale.

La reazione del segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, è stata altrettanto dura e polemica: “è notorio che la signora Camusso, di volta in volta, si ritrova nelle piazze solo politiche. Abbiamo lavorato per i nostri lavoratori e per i suoi che pensano certamente più ai loro problemi che alle questioni politiche. Non si possono fare certe affermazioni nei confronti dei sindacati che sono maggioritari rispetto al suo”.

Lo scontro non promette nulla di buono anche per il settore della scuola dove è in corso la difficile fase della sperimentazione progettuale del merito e della premialità e dove l’intesa potrebbe acuire le criticità sul consenso e il sostegno ai progetti stessi.