Abolire le tasse universitarie. Proposta di Grasso (Liberi e Uguali) scatena la polemica. Fedeli: ‘Investire di più sulle borse di studio’

Un’università libera dal peso delle tasse. Per tutti, indipendentemente dal proprio reddito. È questa la proposta di Pietro Grasso, leader di Liberi e Uguali, che da ieri sta scatenando diverse polemiche. «Favorisce ricchi e fuori corso» commenta su Twitter Simona Malpezzi (Pd) quando, secondo Tommaso Nannincini (Pd), «Non dobbiamo regalare l’università ai ricchi, ma aiutare i poveri ad andarci». Dello stesso parere sembra essere anche la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, secondo la quale dovremmo invece «investire di più nelle borse di studio».

Tasse universitarie bye bye: davvero questo basterebbe a risolvere il problema?

Certo, il problema del caro rette esiste e non può essere ignorato. Secondo i dati della Commissione europea siamo al terzo posto in fatto di tasse universitarie alte, dietro solo a Regno Unito e Olanda. Ma forse non farle pagare affatto non sarebbe la giusta misura perequativa. Almeno secondo la ministra Fedeli che rivendicato l’introduzione di una “no tax area” per i redditi fino a 13 mila euro e di tasse calmierate per i redditi fino a 30 mila euro e l’aumento del Fondo per il diritto allo studio universitario di 20 milioni. Misure che comunque sono ancora insufficienti a contrastare il fenomeno del caro università in un Paese dove esiste ancora la figura dell'”idoneo non beneficiario“, ossia dello studente che avrebbe diritto a ricevere un sostegno dallo Stato, ma che di fatto non lo riceve per mancanza di fondi.