
A Bologna 1° maggio da separati
Per il momento la separazione dei festeggiamenti del 1° maggio tra Cgil da una parte e Cisl e Uil dall’altra riguarda solamente la città di Bologna, ma potrebbero esserci imitazioni in altre province e, soprattutto, anche in altre categorie di lavoratori.
Non succedeva dal 1984, da quando cioè ci fu lo strappo per la scala mobile; i festeggiamenti separati andarono avanti per cinque anni.
Adesso la ragione non è più la scala mobile, ma, a cominciare dal mancato accordo della Fiom con la Fiat, riguarda in modo più ampio la filosofia che sta caratterizzando le politiche del lavoro e la riforma della contrattazione.
Cisl e Uil sono state accusate di essere filogovernative; la Cgil viene accusata di essersi arroccata in difesa dell’esistente senza essere capace di aprirsi al cambiamento.
Anche nel mondo del pubblico impiego e della scuola tra i sindacati confederali vi è una radicale posizione divergente sulle politiche e sulle relazioni sindacali (vedi il contrasto per il rinnovo delle Rsu di istituto), che si manifesta su singoli episodi ma che non ha assunto, per il momento la caratteristica dichiarata di vera e propria rottura.
Bologna potrebbe segnare una svolta decisiva, anche perché pochi giorni dopo, il 6 maggio, ci sarà lo sciopero generale proclamato dalla Cgil contro gli accordi separati e contro l’esecutivo, ma che sembra avere come sfondo anche un pesante attacco alle altre confederazioni.
In questo contrasto sindacale pesa anche l’atteggiamento diametralmente opposto verso l’attuale governo di centrodestra, con riflessi divergenti all’interno della attuale opposizione. Ce n’è abbastanza, dunque, per considerare lo strappo di Bologna come foriero di possibili eventi nazionali di un certo peso anche in ambito politico.
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