Giornata internazionale delle persone con disabilità: la stabilizzazione dei docenti di sostegno resta un vulnus nel sistema scolastico

Negli ultimi 10-15 anni non c’è stato un ministro dell’istruzione che non abbia sottolineato la gravità della discontinuità didattica per gli alunni con disabilità, promettendo, come primo intervento risolutivo, la stabilizzazione dei docenti di sostegno.  Ultimo, per il momento, il ministro Valditara che aveva anche fornito le cifre della discontinuità: il 59% degli alunni con disabilità – aveva dichiarato il 3 dicembre del 2022 al congresso della Fish, Federazione italiana per il superamento dell’handicap, nella Giornata internazionale delle persone con disabilità – cambia ogni anno docente di sostegno. Aveva anche dichiarato, come riportato dall’ANSA “Intendo avviare una riforma del sostegno, serve una legge di riforma del sostegno, altrimenti sono soltanto chiacchiere”.

Dopo avere evidenziato i punti critici, “In sintesi – aveva proseguito -, dobbiamo lavorare per dare continuità al rapporto psicologicamente ed educativamente importante tra ogni singolo allievo disabile e il suo insegnante di sostegno, dobbiamo aumentare il numero complessivo degli insegnanti di sostegno e dobbiamo perfezionare la loro preparazione professionale, dobbiamo investire nelle tecnologie informatiche che oggi sono un potentissimo aiuto in particolare per i ragazzi con disabilità, dobbiamo rendere possibile la partecipazione a più iniziative extrascolastiche, e provvedere alla rimozione delle barriere architettoniche”.

La continuità didattica per gli alunni con disabilità passa innanzitutto dalla stabilizzazione dei posti di sostegno, trasformando, se pur gradualmente, i posti in deroga in organico di diritto.

Nel 2024-25 i posti di sostegno in organico di diritto, definiti in precedenti legislazioni, erano 126.170; dal 2025-26 sono aumentati soltanto di 1.866 unità e dal 2026-27 di altre 134, per complessivi 2.000 posti, cosicché l’organico di diritto l’anno prossimo sarà di 128.170.

Nel frattempo, però, i posti in deroga sono andati aumentando ogni anno, raggiungendo nel 2023-24 111.341 unità. – mentre nei quattro anni precedenti erano stati 79.164, poi 85.548, 95.755 e infine 103.034, con un incremento pressoché costante di circa 7-8mila posti all’anno.

Quando nel 2026-27 i 2mila nuovi posti previsti dalla legge di Bilancio verranno inseriti in organico di diritto, i posti di sostegno in deroga saranno già aumentati di 28-32mila unità.

Una goccia nel mare, un’ulteriore compromissione della continuità didattica e un prevedibile significativo aumento di quel 59% di alunni con disabilità che ogni anno cambiano il proprio insegnante di sostegno.

L’una tantum della conferma del supplente su richiesta delle famiglie è un’azione di buona volontà temporanea che non modifica il gap strutturale del settore.

Purtroppo, le buone intenzioni del ministro continuano a scontrarsi con la ferrea logica del Ministero dell’Economia e Finanze. La riforma strutturale del sostegno dovrà aspettare. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA