Paritaria vs Statale? Più risorse al sistema nazionale di istruzione, oltre le guerre intestine

Le posizioni espresse nella notizia precedente sull’intenzione della maggioranza di inserire il buono scuola nazionale nella legge di bilancio appaiono inconciliabili. La Flc-Cgil si mette di traverso, Suor Alfieri (che ovviamente non rappresenta tutto il composito mondo della scuola paritaria, ma ne è una esponente autorevole e comunque tra i pochi che parlano pubblicamente con continuità) invoca una svolta storica. Senza entrare nella diatriba, preferiamo fare qualche considerazione di merito.

In primo luogo non è appropriato sostenere che l’eventuale bonus sottrarrebbe “risorse alla scuola pubblica”. Anche la scuola paritaria svolge un servizio pubblico, esattamente come la scuola statale. “Il sistema nazionale di istruzione, fermo restando quanto previsto dall’articolo 33, secondo comma, della Costituzione, è costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie”, le quali “svolgendo un servizio pubblico, accolgono chiunque, accettandone il progetto educativo, richieda di iscriversi”. I virgolettati sono tratti da una legge dello Stato, la n. 62 del 2000, voluta da Luigi Berlinguer, un illuminato esponente della sinistra, già comunista ma con un’apertura mentale e una visione lungimirante che lo portò a promuovere la legge sulla parità scolastica. Che dopo ben 25 anni si faccia ancora finta di ignorare quanto definito in una legge dello Stato è ormai stucchevole.

Il buono in questione semmai potrebbe sottrarre risorse alla scuola statale, se la si vuole guardare da questo punto di vista. Ma il punto dovrebbe essere un altro, più alto (e meno ideologico). Il sistema nazionale di istruzione italiano è in difficoltà, perché ha un compito sempre più delicato e opera in condizioni complesse, aggravate dal drammatico crollo demografico. C’è bisogno di maggiori investimenti e di maggiore attenzione per tutte le gambe del sistema: questa dovrebbe essere la battaglia di tutti, almeno di tutti coloro che credono che l’educazione sia il lievito per la crescita della persona e il motore della società, e quindi un investimento strategico. Non si può ignorare che se una parte va in crisi (pensiamo alla scuola dell’infanzia, per fare un esempio, dove in alcuni territori il privato svolge un ruolo sussidiario indispensabile, ma il discorso vale anche per gli altri gradi) ne soffrirebbe tutto l’organismo. Quindi un sostegno a chi è più in sofferenza è nell’interesse di tutti. 

In secondo luogo non ci si dovrebbe sorprendere: “Riconoscere la libertà di scelta educativa delle famiglie attraverso il buono scuola”. E’ scritto chiaro e tondo nel programma elettorale della coalizione di Centro-Destra (intitolato “Per l’Italia. Accordo quadro di programma per un governo di centrodestra”), che si è presentata unitariamente alle elezioni politiche del 25 settembre 2022. Se ne parla in particolare al punto 14, dedicato a “Scuola, università e ricerca”. La coalizione al governo del Paese sta quindi solo realizzando uno degli impegni presi con oltre 12 milioni di elettori. Sembra semmai strano che si stia muovendo dopo ben tre anni. E poi, si tratta di un emendamento “di bandiera” o la maggioranza vuole andare avanti fino in fondo nell’impegno preso? Ha i numeri per farlo, un’intera legislatura a disposizione. E’ quindi nelle sue mani, altrimenti vorrebbe dire che il programma elettorale era solo uno specchietto per le allodole.

Infine, se si parla di un bonus anche per le scuole paritarie di secondo grado, non si può omettere qualche puntualizzazione sui cosiddetti “diplomifici”.
I dossier di Tuttoscuola hanno finalmente documentato – dopo decenni in cui, per mancanza di dati, in troppi facevano “di tutta l’erba un fascio”, con grave danno alla reputazione di tutte le parti del mondo paritario – che si tratta di poche (non pochissime) mele marce, che infangano ingiustamente la grande parte delle scuole paritarie, religiose e laiche, che svolgono un servizio serio e indispensabile. In questo senso la meritoria, conseguente azione voluta dal ministro Valditara di forte contrasto ai diplomifici può rappresentare anche un indispensabile atto prodromico a nuove forme di finanziamento. Ma bisogna andare fino in fondo nel fare pulizia (e servono più ispettori per fare i controlli necessari). Chiunque può dare un contributo…

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