Legge di Bilancio 2026, nuove regole per supplenze brevi e organici: cosa cambia per la scuola

Il 2 ottobre 2025 il Consiglio dei Ministri ha approvato le linee generali del Documento di finanza pubblica che confluiranno nella prossima legge di bilancio. Due articoli, il 106 e il 107, riguardano da vicino la scuola, introducendo modifiche significative alla legge 107 del 2015 (“Buona Scuola”) in materia di supplenze brevi e organico dell’autonomia.

Supplenze fino a 10 giorni: cambia la gestione delle assenze brevi

L’articolo 106 interviene su un tema da sempre delicato per le scuole: la sostituzione dei docenti assenti per periodi inferiori a dieci giorni.
Per la scuola secondaria di primo e secondo grado, la regola diventa più stringente: la supplenza dovrà essere coperta prioritariamente dal personale interno, cioè dai docenti dell’organico dell’autonomia, mentre il ricorso a un supplente esterno sarà consentito solo in casi eccezionali e motivati da esigenze didattiche specifiche.

Diverso l’approccio per la scuola primaria. Qui il dirigente scolastico mantiene una maggiore flessibilità: potrà scegliere se coprire l’assenza con personale interno oppure procedere alla nomina di un supplente dalle graduatorie d’istituto, a seconda delle necessità organizzative e didattiche.

Monitoraggio nazionale delle assenze e risparmi reinvestiti

Le nuove norme prevedono inoltre che il Ministero effettui un monitoraggio quadrimestrale delle assenze di tutto il personale scolastico. L’obiettivo dichiarato è contenere la spesa per le supplenze, spesso in crescita, ma anche incentivare l’efficienza interna.
Una quota – fino al 10% dei risparmi ottenuti – potrà essere restituita alle scuole per incrementare il Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa (FMOF), a condizione che l’andamento dei conti pubblici e i piani di valutazione della spesa, previsti entro giugno 2026, lo consentano.

Organico dell’autonomia: da triennale ad annuale

L’articolo 107 rivede in modo sostanziale la definizione dell’organico dell’autonomia, modificando il comma 64 della legge 107/2015. Se finora l’organico veniva determinato ogni tre anni, dal 2026 la sua definizione diventerà annuale, entro i limiti delle risorse disponibili.
Resta la possibilità di una previsione pluriennale per i due anni successivi, utile per dare continuità alla programmazione delle scuole e delle amministrazioni territoriali.

Tagli e rimodulazioni

Il testo prevede una riduzione complessiva di 5.560 posti docente e di 2.174 unità di personale ATA. Il taglio sarà gestito annualmente e non più all’interno di una pianificazione triennale. Tuttavia, il Governo precisa che, in caso di riduzioni limitate ai posti di potenziamento, non si procederà a una nuova rilevazione del numero di classi o dei posti per tipo di insegnamento, per garantire tempi rapidi nelle operazioni di avvio dell’anno scolastico.

Nuovi criteri per la formazione delle classi

Un’altra novità riguarda la determinazione del numero di classi negli istituti tecnici, che sarà fissato con decreto congiunto tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) e il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF).
Il fabbisogno di personale sarà rimodulato anche in base a tre fattori:

  • l’insegnamento di educazione motoria nella scuola primaria, attivo nelle classi quarte e quinte;

  • le classi in deroga previste per particolari necessità educative;

  • la presenza di studenti stranieri: nelle classi in cui gli alunni di recente immigrazione superano il 20% degli iscritti, sarà possibile prevedere ulteriori posti di docente per favorire l’inclusione.

Personale ATA e docenti in utilizzo

Dal 2026/27 anche la dotazione organica del personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) sarà definita su base annuale.
Infine, si stabilisce che i docenti eventualmente impiegati in gradi d’istruzione inferiori mantengano il trattamento economico corrispondente al proprio grado di titolarità.

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