
I soldi del tutor utilizzati per i commissari di esame
Tra i primi provvedimenti d’urgenza del nuovo Governo vi è stato, come è noto, l’intervento per reperire i fondi mancanti per il pagamento completo dei commissari impegnati negli esami di Stato.
Un provvedimento necessario e urgente di cui è stata condivisa l’opportunità anche da parte dell’opposizione che, in Commissione alla Camera, per voce dell’ex-sottosegretario all’Istruzione, on. Valentina Aprea, si è espressa complessivamente a favore.
Proprio l’Aprea ha tuttavia stigmatizzato il fatto che le risorse per pagare i commissari d’esame siano state tolte dal fondo appositamente costituito (e mai utilizzato) per il pagamento delle prestazioni aggiuntive del docente tutor.
A disposizione del contratto integrativo per il tutor, la cui trattativa, iniziata il 30 agosto 2004, non si è mai conclusa, erano stati messi circa 63 milioni di euro (più di 120 miliardi delle vecchie lire).
Svuotata ora la cassa, al docente tutor non andrà più nulla. Una decisione che non farà certamente piangere i sindacati, tenacemente contrari da sempre alla funzione tutoriale introdotta dalla riforma Moratti.
Ora però, a causa del “buco” lasciato dal precedente Governo sui commissari d’esame, il personale docente del primo ciclo di istruzione è privato di risorse da destinare a funzione aggiuntive, anche se non necessariamente tutoriali.
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