
A Torino sono stati giorni di polemica nel centro-sinistra quelli appena trascorsi. Tema centrale i buoni-scuola. L’ opinione manifestata in questi giorni dalla presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, di preferire borse di studio legate al merito dello studente e al reddito della famiglia, non è piaciuta infatti alla Margherita che, attraverso il presidente del Consiglio regionale Davide Gariglio e il vicesindaco di Torino Marco Calgaro, ha detto chiaramente di ”non accettare diktat da nessuno” e che le posizioni della Bresso ”non sono condivisibili”.
Il tutto è nato da un articolo comparso sulle pagine de La Stampa, dal titolo ”La Bresso chiude con i buoni-scuola”. In effetti la stessa Bresso ha poi precisato che non si trattava "di penalizzare nessuno ma,al contrario, di fare in modo che venga effettivamente incentivata la formazione dei nostri giovani, secondo merito scolastico e reddito, garantendo loro e soltanto a loro la scelta dell’istituto in cui proseguire gli studi e assicurando in questo modo l’effettiva parità tra scuola pubblica e scuola privata”.
Principi-guida chiari, ma massima disponibilità al dialogo, ha poi ribadito la presidente. Da parte della Margherita la posizione è stata ben espressa infine nel corso del Convegno "Torino: quali giochi dopo i Giochi". In questa sede infatti si è fatto notare che istruzione e formazione sono temi che non si possono affrontare con le banalizzazioni, né quelle clericali che dicono che il buono-scuola non si deve toccare in alcun modo, né con quelle di segno opposto che chiedono di abolirlo. Bisogna investire risorse sulla formazione e farla finita con queste storie".
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