
Separati ma con un’unica missione
La separazione dei ministeri dell’Istruzione e dell’Università è dettata da esigenze di agibilità di gestione ma forse prevalentemente imposta dall’emergenza che rappresenteranno le questioni riguardanti le risorse finanziarie da destinare specificatamente alle politiche dei due dicasteri. L’unificazione, dunque, non dovrebbe incidere sul progetto culturale complessivo di rilancio dell’istruzione, da quella di base a quella superiore e terziaria, che dovrà costituire un fattore strategico per lo sviluppo competitivo del Paese.
Non dovrebbe rappresentare così un ripensamento del “modello Bassanini“, quanto piuttosto un elemento di chiarezza nella destinazione delle risorse ai due sistemi, quello dell’istruzione e quello dell’università e della ricerca, sia specificatamente destinate alle infrastrutture sia al personale, che presentano ordini di grandezza tra loro non comparabili. D’altronde la distinzione dei due ministeri non dovrebbe comportare un significativo aumento delle spese di gestione dell’apparato amministrativo, poiché di fatto nella precedente legislatura si erano tenute in vita parallelamente le strutture precedenti con qualche ufficio di diretta collaborazione.
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