Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Più Italia nella scuola

Il Convegno di Genova di Alleanza Nazionale sulla scuola, tenutosi il 3 aprile, ha rilanciato con forza la quarta “i” per il sistema formativo nazionale: l’italiano inteso non solo come lingua ma anche come identità, storia, cultura nazionale. “i” come Italia, insomma.
Il convegno ha sottolineato l’ importanza della lingua, della ricerca, del patrimonio storico e di tutti i campi in cui è possibile attuare tale promozione. La lingua nazionale, è stato detto, è anche il mezzo che può dare significato al ruolo della cultura nel dialogo euro-mediterraneo, come “fattore di comprensione tra i popoli e strumento di incontro tra culture e civiltà diverse”.
Il senatore Valditara, nell’illustrare la riforma Moratti, ha sottolineato il rifiuto di una concezione egualitaria, la necessità di privilegiare il merito e la responsabilità, il valore della formazione professionale (“per metterci al passo con il sistema dei Paesi del centro Europa”).
Il vicepresidente del consiglio Gianfranco Fini ha chiuso l’incontro affermando che “… il convegno di oggi è significativo perché sottolinea la funzione della destra sul doppio versante dell’azione di governo: da una parte l’identità, che non può che essere nazionale, il senso di appartenenza ad una comunità, il concetto di patria e di tradizioni, dall’altra l’investimento sul futuro, nella ricerca, nell’innovazione, nell’università intesa come momento non solo di formazione della classe dirigente di domani, ma come luogo deputato alla formazione di valori e al miglioramento complessivo della capacità di competere della nostra società“.
Il messaggio di AN è forte e chiaro, ma c’è da chiedersi fino a che punto è coerente con il progetto di devoluzione che, secondo l’attuale disegno di legge di riforma della costituzione, sposterà il sistema scolastico sulle Regioni portando a rimarcare sempre più le differenze piuttosto che le identità, a valorizzare le culture locali anziché quella nazionale.

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