
Adolescenti meno propensi a iscriversi all’università: troppa paura del Covid e della guerra

Preoccupati e disillusi riguardo al futuro e consapevoli che il Covid ha in parte compromesso irreversibilmente la loro formazione scolastica. Molto meno propensi, rispetto al recente passato, a intraprendere gli studi universitari. Pensa di iscriversi all’università il 63% degli studenti intervistati, ma pensa di non farlo il 33% (addirittura il 40% dei maschi). Mangioni e sedentari, insoddisfatti del proprio aspetto fisico e in balia di una estetica dettata da influencer e fashion blogger. Sempre più connessi e con un lento, ma costante peggioramento dei rapporti in famiglia e con il gruppo dei pari. Il desiderio diffuso, fortemente accresciuto rispetto al passato, tanto da aver quasi il sapore di “voglia di fuga”, è quello di viaggiare. E’ questo lo spaccato che emerge dall’edizione 2022 dell’indagine nazionale sugli stili di vita degli adolescenti che vivono in Italia, realizzata annualmente dall’associazione no-profit Laboratorio adolescenza e dall’Istituto di ricerca Iard su un campione nazionale rappresentativo di 5.600 studenti della fascia di età 13-19 anni.
“Dopo l’anno del Covid – afferma Maurizio Tucci, presidente di Laboratorio adolescenza – avevamo dato all’indagine di quest’anno il titolo ‘Adolescenza tra speranze e timori’, ma purtroppo, dati alla mano, i timori sembrano essere molto maggiori delle speranze. Passare dalla Dad alla guerra, senza soluzione di continuità, ha reso gli adolescenti, già duramente colpiti a livello psicologico dalla pandemia, ancora più fragili e timorosi. Un dato su tutti che descrive impietosamente la situazione: il 52,7% degli adolescenti guarda al proprio futuro definendosi ‘incerto’ o ‘preoccupato’. Gli ‘ottimisti’ sono il 14%, percentuale che scende al 12,7% tra gli studenti delle scuole superiori e all’11,8% tra le ragazze”.
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