Abravanel: autovalutazione ok, ma servono gli ispettori

Commendando l’esito di un sondaggio promosso dall’Anp (su un campione casuale di 493 dirigenti scolastici) sui risultati dell’autovalutazione delle scuole e sulla loro pubblicazione online sulla piattaforma digitale ‘Scuola in Chiaro’, l’esperto Roger Abravanel ha dato conto della cauta opinione della maggioranza degli intervistati sulla utilità dell’autovalutazione (“un utile primo passo”), giudicando invece personalmente “estremamente positivo che si siano pubblicati per la prima volta i dati Invalsi per il 95 percento delle aziende italiane” (singolare, ma non sorprendente, che il superconsulente aziendale Abravanel usi proprio il termine aziende riferendosi alle scuole).

L’opinione dei presidi è positiva, nella lettura che ne fa esperto, anche sul fatto che ‘Scuola in chiaro” aumenti la trasparenza nei confronti delle famiglie, anche se qui compaiono riserve sull’operato dell’Invalsi “che non è considerato sufficientemente efficace nel rendere più comprensibili i risultati”.

Quanto alla possibilità che a partire dall’autovalutazione si possa arrivare in tempi brevi alla valutazione dei dirigenti e dei docenti Abravanel si mostra apertamente scettico: “l’idea è giusta ma di difficile attuazione. Magari si sarà fatto un primo passo in questo senso ma ci vorranno 20 anni  per arrivare dove sono altri paesi oggi”.

Il suo consiglio è quello di “creare un corpo di 4-500 ispettori di qualità”, con i quali “forse le cose si potrebbero accelerare”. D’altra parte, argomenta, “in tutto il mondo gli sforzi di autovalutazione sono accompagnati da riscontri esterni che sono rappresentati da ispettori competenti e motivati”.

Quanto ai dati Invalsi pubblicati in ‘Scuola in chiaro’, serviranno a poco se non saranno resi “credibili e comprensibili” come ora non sono anche per esperti navigatori. Ma per fare passi avanti, conclude Abravanel  “è fondamentale rivedere la missione dell’Invalsi che si vede oggi come una specie di custode del processo di valutazione e deve diventare invece una organizzazione eccellente nello elaborare test di qualità, somministrarli, valutare il fenomeno del cheating in modo credibile, certificare i dati e comunicarli in modo semplice e comprensibile”.

Spetterà poi ad altri, lascia intendere, utilizzare i dati per valutare dirigenti e docenti: all’Amministrazione scolastica e agli altri stakeholders, a partire dai genitori.