
Il cammino della riforma in salita
La partita che si giocherà al Senato questa settimana potrebbe essere decisiva per la riforma ma anche, forse, per la sorte del Governo.
Mentre scriviamo non sono ancora noti i risultati delle elezioni regionali, ma l’esito delle urne, qualunque esso sia, non sarà indifferente, in un senso o nell’altro, alle sorti dell’Esecutivo e della stessa riforma della scuola, diversamente da quanto ha ripetutamente affermato Renzi nel corso dell’ultima settimana.
Un risultato favorevole alla maggioranza che sostiene il premier, oltre a rafforzarlo, spianerebbe la strada anche al cammino della Buona Scuola, aiutandola a superare le forche caudine di Palazzo Madama.
In caso diverso, l’opposizione, compresa quella interna al PD, potrebbe alzare la posta e pretendere cambiamenti non di semplice facciata al ddl S. 1934.
Difficile, quindi, fare pronostici sul futuro della riforma che potrebbe avere bisogno di un rinforzo sicuro per potere continuare il cammino.
Scontato il ritorno alla Camera del testo emendato (in quantità e qualità tutte da scoprire), la tabella di marcia dovrebbe portare la riforma in dirittura di arrivo entro giugno, senza dimenticare che in mezzo c’è lo sciopero degli scrutini…
L’entrata in vigore della legge nel giorno stesso della sua pubblicazione (i tempi strettissimi non consentono il lusso della vacatio legis) dovrebbe accelerare i tempi della sua attuazione; poi sarà una corsa spasmodica per l’emanazione dei provvedimenti applicativi.
Con il mondo sindacale (almeno una parte) pronto a sparare una batteria di ricorsi.
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