Buona Scuola in arrivo/1. Alla Camera via libera

I primi sette articoli dei 27 di cui è composto il Disegno di legge sulla Buona Scuola sono stati approvati in rapida successione, anche se quello sugli ITS (il numero 6) è stato accantonato in attesa del parere della Commissione Bilancio.

Lunedì 18 vanno in votazione due articoli chiave della visione renziana della scuola che cambia, il numero 8 sugli organici di rete e il numero 9 sulle competenze del Dirigente scolastico. E si prevede che, salvo incidenti di percorso peraltro improbabili, le votazioni si susseguiranno velocemente nelle giornate di lunedì e martedì in modo da arrivare al voto finale nel giorno programmato, mercoledì 20 maggio. Per arrivare poi alla discussione vera al Senato dopo la prima settimana di giugno. Quindi ad elezioni regionali fatte.

Partenza e arrivo lanciati dunque per il provvedimento che il premier Renzi ha voluto spiegare personalmente nel video andato in onda lo scorso 13 maggio, alla vigilia del voto in aula, con l’evidente intenzione di convincere non tanto gli insegnanti, e tanto meno i loro sindacati, ma i genitori e l’opinione pubblica in generale, con un occhio rivolto alle elezioni regionali e amministrative del 31 maggio, quando si voterà in sette Regioni e in oltre mille Comuni, tra i quali 20 capoluoghi di Provincia.

Elezioni amministrative ma di notevole peso politico, come sanno gli avversari di Renzi che “gufano” per un insuccesso del Pd che verrebbe addebitato tutto al suo leader: come accadde a D’Alema, allora presidente del Consiglio, dopo l’insuccesso registrato nelle elezioni regionali dell’aprile 2000 (e a Berlinguer, che nello stesso periodo provò a sfidare gli insegnanti sul terreno della valutazione). La maggioranza non cambiò (alla presidenza subentrò Giuliano Amato), ma D’Alema e Berlinguer furono costretti a rassegnare le dimissioni. Uno scenario non verosimile oggi ma che resta di monito per l’attuale premier.