Quando una classe si può dire ‘pollaio’?

Non esiste una definizione ufficiale delle cosiddette classi ‘pollaio’. Quando si può dire che la numerosità di una classe supera il limite di gestione e di sicurezza?

Se la dimensione delle classi ‘pollaio’ viene considerata secondo la normativa scolastica (v. DPR 81/2009), si ha la seguente situazione.

Per la scuola dell’infanzia normalmente il limite massimo è fissato in 26 bambini per sezione, ma eccezionalmente può arrivare anche a 29. Da 30 in poi le sezione si possono considerare ‘pollaio’.

Per la scuola primaria, come nell’infanzia, il limite è fissato a 26 alunni, elevabili a 27 al massimo. Da 28 in su si può parlare di classe ‘pollaio’.

Per la secondaria di I grado il limite normale è 27, elevabile a 28. Da 29 in su è classe ‘pollaio’.

Nelle classi prime delle superiori il numero massimo è di 30 alunni. Dopo è ‘pollaio’.

Se si considera, invece, il limite di sfollamento fissato dal decreto del ministero degli Interni del 26 agosto 1992 che ha dettato Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica, il numero massimo di persone che normalmente possono stare in un’aula è fissato in 26: 25 alunni più l’insegnante.

Il punto 5.0 (Affollamento) del decreto stabilisce, infatti, che Il massimo affollamento ipotizzabile è fissato in 26 persone/aula. Qualora le persone effettivamente presenti siano numericamente diverse dal valore desunto dal calcolo effettuato sulla base della densità di affollamento, l’indicazione del numero di persone deve risultare da apposita dichiarazione rilasciata sotto la responsabilità del titolare dell’attività.

Per la sicurezza, dunque, il numero massimo di alunni non può superare le 25 unità, limite di deflusso dall’aula con una sola porta. Se il numero di alunni supera quel limite, è il dirigente scolastico ad assumerne la responsabilità.

Cosa succederebbe se i dirigenti scolastici si rifiutassero di autorizzare presenze per aula oltre 25 alunni? Prevarrebbe la norma di sicurezza o quella di organizzazione del servizio?