
Ue, in Italia riforme “promettenti”
“Il governo sta dando priorità alle spese per l’istruzione scolastica dopo numerosi anni di tagli”, e le “misure volte a migliorare i risultati scolastici sono promettenti”. I giudizi sono contenuti in un rapporto di lavoro della Commissione europea (Commission Staff Working Document – Country Report Italy 2015), pubblicato la scorsa settimana, sulle politiche economiche e strutturali dell’Italia nel quadro della strategia Europa 2020.
Il rapporto tratta essenzialmente di questioni macroeconomiche e di politiche del lavoro, ma contiene anche precisi riferimenti alle riforme scolastiche della ‘Buona Scuola’ e alla consultazione pubblica di due mesi che ha preceduto e preparato la fase legislativa.
Una delle principali misure segnalate nel rapporto è quella che riguarda il superamento del modello di carriera degli insegnanti basato esclusivamente sull’anzianità di servizio con un sistema che include anche elementi basati sul merito. “Questa – si legge nel rapporto – sarebbe una fondamentale innovazione per il sistema educativo in Italia”.
Viene ricordata poi l’assunzione su base permanente a partire dal settembre 2015 di quasi 150.000 insegnanti che hanno finora lavorato con contratti a breve termine e che dal 2016 in poi l’accesso alla professione sarà possibile solo attraverso concorsi pubblici (“open competitions”).
Un terzo punto indicato nel rapporto è quello che riguarda l’apprendimento basato sul lavoro (work-based learning) che in Italia “è ancora limitato” ma che il Governo prevede, nella riforma, di sviluppare attraverso tirocini di almeno 200 ore annue obbligatorie per gli alunni negli ultimi tre anni degli istituti tecnici e professionali. Viene anche citata la recente esperienza pilota dei percorsi di apprendistato inseriti negli ultimi due anni degli stessi istituti.
Un ultimo punto viene indicato con accenti positivi, ed è quello che riguarda l’istruzione terziaria a orientamento professionale, cioè gli Istituti Tecnici Superiori: “un modello di finanziamento che premia la qualità per gli Istituti Tecnici Superiori sarà introdotto nel 2015, con il 10% dei fondi assegnati in base agli indicatori di performance”. Gli ITS rimangono una piccola nicchia di istruzione, osserva il documento della Commissione: “solo circa 5.000 studenti li hanno frequentati a fine 2013 sebbene i dati sulla occupabilità dei giovani in uscita siano incoraggianti”. Ma la scelta di puntare sugli ITS è giusta, lo dice anche la Commissione europea.
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