La ministra, la presidente: rivoluzione lessicale della Boldrini

La ministra. Era stato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a declinare per la prima volta al femminile la parola ministro.

A farlo, in modo più argomentato e convinto, questa volta è stato il presidente (anzi, la presidente) della Camera, Laura Boldrini. Come riferisce TMNews, Quando una donna ricopre un incarico pubblico – ha dichiarato la Boldrini – è un dovere che la carica venga ufficialmente declinata al femminile.

La presidente e non il presidente. La ministra e non il ministro.

“Usare il linguaggio in un modo o in un altro è una scelta politica. Non trovo giusto che donne che svolgono un ruolo, di vertice o no, non debbano avere un riconoscimento di genere – ha detto la presidente della Camera, portando il suo saluto al convegno organizzato a Montecitorio dalla rete di giornaliste “Giulia” per presentare ‘Donne, grammatica e media, una guida realizzata ad uso delle redazioni’- perché è il segno che vengono considerate delle “comete”: passeranno, tutto tornerà come prima, tutto tornerà al maschile.”

Il problema non è che sia cacofonico dirlo al femminile. In realtà non si vuole assorbire il concetto – ha aggiunto Boldrini – che se un mestiere è fatto da un uomo si declina al maschile, se è fatto da una donna si declina al femminile.

“Questo lavoro è utile e importante – ha concluso la presidente della Camera – e mi auguro che possa rilanciare un dibattito pubblico, perché non accettare la declinazione al femminile vuol dire non riconoscere un dato di fatto: che i tempi cambiano, che anche la lingua cambia, che non ci sono più i tabù di un tempo, che certe posizioni di responsabilità oggi possono essere per uomini e per donne, e che la donna può anche “osare” di volerle raggiungerle”.

Parole di condivisione e apprezzamento sono venute da Elena Centemero (Forza Italia) che si augura che non solo in politica ma anche in tutti gli altri ambiti di rilevanza pubblica, come lo spettacolo, le arti, la scuola, il volontariato, si cominci a ragionare sull’importanza del nuovo ruolo delle donne nella società e, di conseguenza, ci si adegui anche ad un nuovo linguaggio, capace di rispettarlo e valorizzarlo.