Carrozza: bene i progressi, ma non basta

Non possiamo trascurare il fatto che l’Italia registri risultati inferiori alla media Ocse, tuttavia l’indagine rivela che siamo uno dei paesi che ha registrato i maggiori progressi in matematica e scienze e questo deve essere da stimolo per continuare a lavorare per migliorare le performance dei nostri studenti”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, commentando i risultati dell’indagine Ocse Pisa sulle competenze degli studenti quindicenni.

Il ministro si definisce ”colpita dalla disparità dei risultati delle ragazze in matematica rispetto a quelli dei loro compagni maschi che fanno registrare un divario più ampio della media Ocse. Questa per me è la spia di una questione culturale, di un gap di genere che attraversa ancora in maniera profonda il nostro paese e che va contrastato”.

Per quanto riguarda invece ‘‘la diversità di performance in molte aree del Mezzogiorno, dove si registrano risultati in generale al di sotto della media italiana”, aggiunge Carrozza, ”occorre guardare con più attenzione, come abbiamo già iniziato a fare con il decreto istruzione, con maggiori investimenti per la lotta alla dispersione scolastica nelle aree più a rischio”.

L’indagine, sottolinea il ministro, mette in luce la ”validità del nostro sistema di formazione come ascensore sociale. Il nostro paese continua a mostrare livelli di qualità superiori alla media Ocse nell’apprendimento, con solo il 10% di variabilità nei risultati in matematica ascrivibile alle differenze di status socioeconomico dei ragazzi. E’ un dato che testimonia l’incredibile potenziale della nostra scuola come motore della mobilità sociale, che occorre rafforzare, soprattutto in una fase di crisi economica come quella che l’Italia sta attraversando”.

Ecco perchè – esorta il ministro – dobbiamo considerare il nostro sistema educativo “non come una spesa, ma come un investimento, perchè possa continuare a svolgere questa funzione fondamentale per una società più giusta, per un’economia sempre più sostenibile fondata sulla ricerca e sulle competenze tecnologica, per una maggiore coesione territoriale”.

Per quanto riguarda infine il ”netto calo” degliinvestimenti nel settore tra il 2001 e il 2010, ”come governo Letta -conclude Carrozza – abbiamo dato un segnale forte con il decreto istruzione. Continueremo su questa strada per aumentare l’investimento nell’istruzione con la massima attenzione al futuro delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi”.

Osserviamo tuttavia che, come è stato ribadito chiaramente anche oggi dai ricercatori dell’Ocse-Pisa, deve trattarsi davvero di investimenti (in formazione dei docenti, ricerca e sviluppo, innovazione, tecnologie, infrastrutture), non di semplice spesa, perchè i dati dimostrano che non è l’aumento della spesa a correlarsi con il miglioramento della qualità (efficienza + equità) dei sistemi educativi, ma la sua composizione, anche a parità di spesa.