
Vcamp, Scrima (Cisl): fermarsi prima di andare a sbattere
Il mondo sindacale della scuola ha criticato nei giorni scorsi le nuove disposizioni sul sistema di valutazione contenute nel Regolamento voluto dal ministro Profumo e pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Non ha gradito il metodo utilizzato e ha chiesto al ministro Carrozza un confronto e una partecipazione per costruire la condivisione delle scuole.
A buttare benzina sul fuoco è venuta l’iniziativa (unilaterale? Voluta dal Miur?) dell’Invalsi per l’avvio della prima scuola estiva (Vcamp) per formare 100 valutatori, prevista per fine agosto.
Francesco Scrima, segretario della Cisl-scuola, ha dato l’altolà all’Invalsi e al Ministero.
“Ci sembra proprio una falsa partenza quella dell’Invalsi, con quella sua “scuola estiva di valutazione” (Vcamp) di cui facciamo fatica a capire senso e soprattutto opportunità in questo momento.
Su una materia così delicata il pensiero della Cisl Scuola è da sempre molto chiaro: abbiamo ribadito solo pochi giorni fa quanto sia indispensabile, per noi, avviare il sistema nazionale e valorizzare il ruolo delle scuole nello sviluppo di una diffusa cultura della valutazione.
Con altrettanta chiarezza, diciamo oggi che l’iniziativa assunta dall’Invalsi, per come è strutturata e per i tempi in cui si propone, è improvvida e intempestiva a tal punto da risultare avventata.
Nessuno discute la necessità di costruire le competenze necessarie a sostenere i processi autovalutativi e valutativi che devono interessare ogni scuola: non si può tuttavia invertire l’ordine dei passaggi da compiere, il primo dei quali è definire un piano strategico condiviso in cui siano chiariti obiettivi, modalità, ruoli e risorse da mettere in campo”.
Scrima chiama in causa direttamente il Miur, riferendosi alla mancata direttiva del Ministro per l’attuazione del Regolamento e lasciando intendere che l’iniziativa dell’Invalsi sarebbe fuori luogo e, forse, nemmeno concordata, anticipatrice di un piano che ancora non c’è.
“Un piano al quale dovrebbe fare riferimento, peraltro, anche la direttiva del ministro prevista proprio dal Regolamento come indispensabile atto di indirizzo. Dopo, e non prima, e con criteri di assoluta trasparenza, si può pensare ad azioni più specifiche, come lo può essere una selezione finalizzata a eventuali team di supporto. Né si può portare a regime una soluzione avviata in forma sperimentale prima che la stessa si sia conclusa e sia stata, a sua volta, “valutata”.
Oggi per noi – e anche questo l’abbiamo scritto pochi giorni fa – la priorità è quella di ristabilire un clima di dialogo costruttivo con le scuole, non certo di fornire ulteriori pretesti a chi non aspetta altro che l’occasione di gettare benzina sul fuoco di inutili polemiche.
L’Invalsi e il MIUR ci riflettano e adottino l’unica decisione che ci sembra oggi sensata: fermarsi, prima di andare a sbattere”.
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