La Gran Bretagna elimina le sei settimane di vacanze estive per le scuole

Il ministro britannico dell’Istruzione, Michael Gove, ha deciso di ridurre la durata delle vacanze estive, rimettendo ai capi d’istituto la decisione in merito.

La tirannia della pausa scolastica estiva, uno stop ininterrotto che concede sei settimane di libertà agli alunni e provoca un aumento dei costi delle vacanze per i loro genitori, potrebbe presto finire, dopo che il Dipartimento per l’Istruzione ha comunicato che tutte le scuole potrebbero presto ottenere il potere di fissare in autonomia la data di chiusura.

Tale modifica  inclusa nel disegno di legge di deregolamentazione del governo, che elimina il ruolo degli enti locali nel fissare le date del calendario scolastico e lascia la decisione nelle mani dei dirigenti scolastici e dei direttori.

Da noi, come è noto, sono le Regioni a decidere il calendario scolastico sulla base di una norma di legge nazionale che fissa in almeno 200 i giorni di lezione da assicurare.

La proposta inglese ha suscitato perplessità tra alcuni dirigenti scolastici, perché temono che troppe diversità potrebbero portare al caos per le famiglie i cui figli studiano in istituti scolastici diversi.

Attualmente le accademie, le scuole statali e le fondazioni scolastiche hanno già la possibilità di impostare in modo autonomo le proprie ore di insegnamento e le date di chiusura.

Tra coloro che già operano per conto proprio c’è la Boulevard Academy a Hull, che prevede di ridurre la sua pausa estiva a quattro settimane. Andy Grace, il dirigente scolastico, dice che le due settimane extra di scuola potranno essere sicuramente di aiuto per quei genitori che devono scontrarsi abitualmente con i propri figli che vorrebbero, invece, vacanze pi lunghe.

La nuova normativa estende la libertà a tutte le scuole statali per una revisione dei termini e delle condizioni per gli insegnanti attraverso l’Organismo indipendente degli insegnanti. La modifica alla durata delle vacanze scolastiche avrà luogo a partire da settembre 2015, e riguarderà il 70 per cento delle scuole primarie statali e il 30 per cento degli istituti scolastici secondari statali, ancora sotto il controllo delle autorità locali.

Cosa succederebbe in Italia se vi fosse una proposta del genere?