Quel concorso che fa discutere…

Tuttoscuola è da tempo impegnata sul fronte della ripresa dei concorsi come via maestra per il reclutamento dei docenti, nel rispetto della normativa vigente sul doppio canale e dei diritti acquisiti dagli insegnanti inseriti nelle graduatorie ad esaurimento. Si trattava non solo di ripristinare la forma ordinaria del reclutamento, come prescritto dalla Costituzione, ma di porre finalmente termine all’assunzione degli idonei in concorsi banditi alla fine del secolo scorso. E soprattutto di offrire ai giovani neolaureati una opportunità di accesso all’insegnamento.

Abbiamo quindi accolto con favore la decisione del ministro Profumo di rompere gli indugi, ma non quella di rinunciare a priori al terzo di quegli obiettivi: i neolaureati non abilitati candidati a frequentare i TFA sono infatti esclusi da questa tornata di concorsi, di fatto riservata a chi già sta nelle GAE e a chi si è laureato o diplomato (come i maestri) prima del 2001.

Si poteva individuare una soluzione diversa? Si sarebbe potuto ammettere con riserva, per esempio, gli iscritti ai TFA? Non era il caso di cercare una maggiore copertura politica e sindacale, interloquendo almeno con chi mostrava disponibilità verso la ripresa dei concorsi?

A questo punto, e con la spada di Damocle degli infiniti ricorsi già preannunciati, serve aprire immediatamente una prospettiva sia sui tempi di nuovi concorsi (non si può certo attendere il 2015), sia sulle modalità della loro organizzazione, prendendo in considerazione proposte innovative come quella di affidarne la gestione alle reti di scuole.