
Crepuscolo del bipolarismo/1. La politica
Le vicende politiche di questi ultimi mesi e giorni (e ore) stanno dimostrando ad abundantiam quanto fragile sia il modello politico-istituzionale a vocazione bipolare-maggioritaria e tendenzialmente presidenzialista scaturito in Italia, a partire dal 1994, dalla crisi della ‘prima Repubblica’.
Quest’ultima aveva funzionato per decenni sulla base di un modello di rappresentanza proporzionale e sul negoziato continuo, con esiti spesso in-decisionisti, tra le forze politiche elette in Parlamento, con l’emarginazione di quelle che si collocavano alle ali estreme di destra e di sinistra.
Ma lo ‘sdoganamento’ di queste ultime, reso necessario su entrambi i fronti dall’esigenza di vincere le elezioni col sistema maggioritario, non ha risolto il problema della governabilità perché ha portato alla formazione di maggioranze politiche e di governo eterogenee e contraddittorie, che nemmeno forti personalità politiche come quelle di Berlusconi, Prodi e D’Alema hanno saputo o potuto mantenere unite attorno a un programma realmente condiviso.
La crisi finanziaria internazionale che ha investito l’Europa e l’Italia ha ulteriormente complicato la situazione per tutti i governi in carica, ma soprattutto per quelli, come quello italiano, poco coesi per non dire paralizzati dai contrasti interni, come quelli emersi in questi giorni tra la Lega e il Pdl sulle pensioni di anzianità e sulle altre misure di risanamento finanziario chieste all’Italia dall’Europa, dalla Bce e dal FMI.
Misure che richiederebbero un consenso politico e sociale ampio, ben più ampio di quello che potrebbero ad esse assicurare risicate maggioranze, sia di destra che di sinistra.
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