La difesa del premier da parte della Gelmini non è gradita alla mostra

Al Maga di Gallarate venerdì scorso si è inaugurata, presente il ministro dell’istruzione, una mostra che espone duecento opere di grandi maestri e giovani artisti provenienti dalla raccolta d’arte contemporanea di Paolo Consolandi, scomparso di recente.

Alla mostra, intitolata ‘Cosa fa la mia anima mentre sto lavorando’ è intervenuta, come riferisce il Corriere della sera, il ministro Mariastella Gelmini che ha pronunciato, come di prammatica, un discorso che, dato il clima politico attuale, è forse andato oltre l’ambito dell’evento espositivo.

La Gelmini, quando ha preso la parola, ha invocato un ritorno “alla prima repubblica. Altro che ipotesi di ribaltone – riferisce il quotidiano – piuttosto conviene continuare a fidarsi delle grandi capacità empiriche di Silvio Berlusconi”.

È ben nota la posizione di difesa e di apprezzamento incondizionato nei confronti del premier da parte della Gelmini, per la quale si parla di un possibile impegno come coordinatrice del Pdl. Una posizione politica, la sua, che può scusare la circostanza nella quale ha preso la parola a difesa del premier. Ma se gli amici e i compagni di partito possono avere scusato lo strappo, non altrettanto ha fatto l’ex-direttore della Tate Modern, Vicente Todolì, invitato in qualità di grande esperto di arte contemporanea.

Todolì ha prima ascoltato in silenzio le parole del ministro, poi è esploso: “In nessun paese un ministro tiene un discorso politico all’inaugurazione di un evento culturale. Sono indignato e non intervengo più”.

Nonostante gli inviti e le pressioni, Todolì è stato irremovibile: non è intervenuto, riservandosi di prendere la parola solo al termine della manifestazione.