
Scenari postelettorali/3. Aprea (Pdl) e Bachelet (Pd), dialogo difficile, ma possibile
In direzione diversa dalla marcata regionalizzazione indicata dalla Lega con la proposta Goisis sembra tuttavia muoversi il Pdl, nella misura in cui questo partito si riconosce nelle posizioni assunte dal ministro Gelmini da una parte (sempre assai cauta in materia), e soprattutto dalla presidente della commissione Cultura della Camera, Valentina Aprea.
Quest’ultima, in occasione del seminario internazionale ‘La scuola dell’obbligo tra conoscenze e competenze’, promosso la scorsa settimana a Roma dalla associazione TreeLLLe, non ha minimamente ripreso la proposta leghista, insistendo caso mai su una maggiore autonomia delle scuole in materia di reclutamento, fermo restando il carattere nazionale e unitario della formazione iniziale fino all’abilitazione.
Prospettive diverse, per non dire contrastanti, all’interno della maggioranza? Lo nota anche Giovanni Bachelet, presidente del Forum Istruzione del Partito democratico, che nell’ampia intervista ( http://www.tuttoscuola.com/cgi-local/disp.cgi?ID=22539 ) rilasciata a Tuttoscuola.com nota anche che “la sintonia fra la Presidente della nostra commissione e il ministro Gelmini non è parsa, finora, straordinaria; ne è testimonianza anche il destino, almeno fino ad oggi, del ddl Aprea, depositato a inizio legislatura nel maggio 2008“, e che da allora non è mai stato richiamato in nessuno dei “numerosi e pesanti interventi legislativi del Governo sulla scuola (…) tutti sempre presentati come riforme della scuola“.
Comunque, ha aggiunto Bachelet, “alla Camera il PD è pronto a riprendere la discussione sulla parte del ddl Aprea che riguarda la governance“, ed è disponibile a cercare intese di carattere innovativo in materia di valutazione, compresa quella degli insegnanti.
Non è certamente pensabile una sorta di rovesciamento delle alleanze in campo scolastico, però la sortita solitaria della Lega rischia di trasformarsi in un autogol, portando il partito di Bossi all’isolamento e ridando spazio ai sostenitori del dialogo tra le maggiori forze politiche.
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