La questione del ”voto” dato ai docenti dalle famiglie

Un gruppo di docenti, leggendo l’articolo Aprea a Tuttoscuola: ”Pure gli studenti potranno valutare i docenti” ci ha scritto una lettera di commento, che volentieri pubblichiamo.

Invitiamo tutti gli altri lettori a partecipare a discutere questo argomento, o a proporne di nuove, scrivendoci come di consueto all’indirizzo dedicato la_tribuna@tuttoscuola.com.

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Noi, insegnanti della Scuola pubblica italiana, riteniamo doveroso esporre all’opinione pubblica le conseguenze negative di certe proposte avanzate senza la necessaria competenza derivata dalla professionalità e dall’esperienza.

Da più parti, si torna a parlare, nei giornali, della “vexata quaestio” del “dare un voto” agli insegnanti da parte di genitori e studenti (e, su questa base, corrispondere eventuali trattamenti economici).

Ma si è pensato a chi dovrebbe valutare i docenti? La nostra lunga esperienza (e soprattutto la nostra più recente esperienza!) ci ha insegnato che, nella maggioranza dei casi, i guasti prodotti nell’educazione dei propri figli, è proprio causata dai genitori. Non si ha l’idea dei disastri, compiuti sulla pelle dei ragazzi, prodotti da un’educazione sbagliata da parte di genitori immaturi, spesso assenti e, pertanto, animati da sensi di colpa e, di conseguenza, sempre pronti a giustificare gli errori commessi dai propri figli attribuendone le cause, non a se stessi, ma a docenti incomprensivi o impreparati! E questi genitori dovrebbero essere in grado di valutare? Nessuno, purtroppo, prepara i genitori a diventare tali. Si diventa genitori, commettendo errori sulle spalle dei propri figli. Per fortuna non è sempre così, ma allora noi avanziamo una proposta altrettanto provocatoria: Consentite a noi, insegnanti, di valutare i genitori dei nostri alunni. Ci sarebbero risultati sorprendenti per molti genitori!

E’ vero, certi docenti non sono adatti alla propria professione o non sono molto solerti, ma quanti giudizi negativi sono, stati, spesso, attribuiti ingiustamente e rivolti ad insegnanti dediti indefessamente e in maniera altamente professionale al proprio lavoro?

E’ facile fare un pronostico delle motivazioni che starebbero alla base delle valutazioni di genitori e studenti, nel caso in cui l’iniziativa andasse avanti. Riceverebbero le valutazioni più alte da parte dei genitori: A) i docenti pronti ad attribuire i voti più alti ai loro figli, anche se immeritati ( e noi docenti sappiamo che i colleghi più “generosi” nelle valutazioni, sono , spesso, quelli che lavorano meno o peggio che cercano, così, di “coprirsi le spalle” contro eventuali rimostranze) B) i docenti disposti a far studiare meno gli studenti e, pertanto, più graditi ai ragazzi.

La conseguenza immediata di un tale provvedimento sarebbe l’innalzamento repentino e generalizzato delle valutazioni degli studenti.

Quale il fine ultimo di favorire l’innalzamento forzato e immeritato delle valutazioni degli studenti? Quello di creare una generazione futura disabituata ad impegnarsi e dalle basi culturali molto precarie, e, pertanto, facile da manovrare e governare da parte di poteri politici disposti a tutto pur di distruggere la Scuola pubblica e raggirare futuri cittadini disarmati a livello intellettuale e culturale.

Qualche giornalista ha affermato che, in fondo, i genitori saranno così maturi da non valutare gli insegnanti sulla base delle valutazioni più alte ricevute dai propri figli (ipotesi utopistica, ovviamente!), ma, piuttosto, in riferimento all’assiduità della loro presenza. Per questo basterebbe consultare i registri delle Segreterie!

Qualche altro ha detto che l’alternativa poteva essere predisporre delle commissioni di valutazione (peraltro, già esistenti, ma non legate al fatto puramente economico).

Anche in questo caso è facile fare pronostici, per noi docenti operanti nel settore da decenni. Queste commissioni sarebbero, con molta probabilità, formate da quella élite di pretoriani spesso al seguito dei Dirigenti, entrati spesso nelle loro grazie non sempre in virtù di particolari qualità professionali, ma di atteggiamenti volti al fine di conseguire trattamenti di favore. Risultato di quest’altra ipotesi? Docenti per nulla sereni (come la nostra delicata professione invece richiede), umiliati, amareggiati, offesi, sempre sul piede di guerra gli uni contro gli altri, anziché uniti e collaboranti nel supremo fine di educare e formare al meglio i futuri cittadini della nostra società.

Traete le vostre debite conclusioni e poi non dite che noi, docenti, non vi avevamo avvisati delle conseguenze disastrose sulle future generazioni, causate da certe iniziative demagogiche e populistiche.

Gioele Giusti, Federica Venti, Noemi Giarrusso, Michele Rossano, Anna Lentini, Vincenza Alfano, Roberto Russo, Antonella Gusto, Antonio Vassalli

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