Meno soldi alla scuola, colpa del calo demografico. La spesa tornerà a salire nel 2045

È tutto scritto nel Documento di economia e finanza (Def): secondo quanto riportato dal Corriere.it, la spesa in istruzione che nel 2010 era al 3,9% del Pil scenderà al 3,5% nel 2020, al 3,3% nel 2025, al 3,2% nel 2030, fino a un minimo del 3,1% nel 2035 per poi tornare a salire leggermente solo a partire dal 2045, tra 26 anni. La colpa sarebbe del calo demografico: nel Def si legge che a fronte di quest’ultimo il governo prevede infatti un parallelo e significativo ridimensionamento degli organici e, da qui, il ridimensionamento della spesa da destinare all’istruzione. Intanto i sindacati hanno indetto per domani, 17 aprile, uno sciopero del mondo della scuola. 

“Tra i principali obiettivi programmatici dell’azione di Governo – dichiara il ministro dell’Economia, Giovanni Tria – vi è anche il sostegno all’istruzione scolastica e universitaria e alla ricerca attraverso misure atte a finanziarne lo sviluppo, con particolare attenzione al capitale umano e infrastrutturale”. Un invito a stare tranquilli, insomma, anche se i numeri contenuti nel Def parlano chiaro.

Intanto il calo demografico si fa sempre più preoccupante: come segnalato da Tuttoscuola, la natalità è in costante decremento e in una prospettiva che sembra irreversibile. Da alcuni anni, addirittura, sono stati registrati livelli minimi del numero di nascite inferiori a tutti quelli che vi sono stati dall’unità d’Italia in poi. Alle culle vuote di ieri e di oggi, corrispondono i banchi vuoti di oggi e di domani, i posti di lavoro non occupati di domani, la mancata ricchezza del futuro di un Paese che, invecchiando, disporrà sempre meno di risorse per contribuire al sostegno di una popolazione anziana: a settembre saranno quasi 70 mila in meno gli alunni iscritti al primo anno del settore scelto. 

Numeri che non sono sconosciuti al ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, che tuttavia, dalla sua pagina Facebook, proprio nei giorni scorsi, ha provato a placare gli animi: ” I cambiamenti della società sono una sfida – ha commentato Bussetti -. Con la collaborazione delle forze politiche e sociali possiamo governare le dinamiche demografiche, riuscendo a offrire più scuola ai nostri ragazzi”. Non ci resta che attendere.