Il precedente del 2003/1. L’ordine di rimozione del crocifisso

Nell’ottobre 2003 un giudice del tribunale dell’Aquila, Mario Montanaro, accolse il ricorso presentato da Adel Smith, presidente dell’Unione Musulmani d’Italia, disponendo la rimozione del crocifisso esposto nelle aule della Scuola materna ed elementare Antonio Silveri di  Ofena, frequentata dai figli dello stesso Smith.

Nella sentenza si trovavano argomentazioni simili a quelle utilizzate dalla Corte di Strasburgo: il fatto che la presenza del simbolo della croce poteva indurre gli alunni a ritenere che esistesse una “inequivoca volontà dello Stato, trattandosi di scuola pubblica, di porre il culto cattolico al centro dell’universo, come verità assoluta, senza il minimo rispetto per il ruolo svolto dalle altre esperienze religiose e sociali nel processo storico dello sviluppo umano“, e che in tal modo si presumesse tra gli alunni “una omogeneità che, in verità, non c’è mai stata e, soprattutto, non può sicuramente affermarsi sussistere oggi“.

A questi argomenti Montanaro aggiungeva inoltre che la presenza del crocifisso nelle aule si poneva in contrasto con quanto stabilito dalla Corte costituzionale in materia di salvaguardia del pluralismo religioso e culturale, “che può realizzarsi solo se l’istituzione scolastica rimane imparziale di fronte al fenomeno religioso“.