Una proposta per facilitare i colloqui dei genitori con i prof

Le croniche difficoltà dei genitori di conciliare gli impegni di lavoro con l’orario dei colloqui con i professori, rilevate anche da Tuttoscuola che ha ospitato in merito alcune lettere di nostri lettori, ha avuto in questi giorni diversi riscontri da parte di esponenti sindacali (Scrima e Di Menna) e da associazioni di genitori (CGD) che, pur ritenendo fondato il problema, hanno espresso, con sfumature diverse, una complessiva giustificazione degli insegnanti.

La più convinta difesa dei docenti non è venuta dai rappresentanti sindacali, ma da Angela Nava del Coordinamento Genitori Democratici (“in una scuola così poco generosa con gli insegnanti è impensabile chiedere questo maggiore impegno”).

Visto che il problema della difficoltà di conciliare le ore di disponibilità degli insegnanti con quelle dei genitori sembra essere presente soprattutto nella scuola secondaria, perché non intensificare gli incontri pomeridiani (quando ci sono), prevedendo che i professori utilizzino parte delle ore di insegnamento non prestate e non recuperate grazie alla norma che consente di fruire della riduzione dell’ora di lezione prevista per gli alunni?

Molti professori, per quella strana clausola contrattuale, non hanno infatti l’obbligo di recuperare il tempo di lezione non prestato, grazie alla riduzione dell’ora di lezione da 60 a 50 (e anche meno) minuti. Per molti di loro gli sconti sull’orario di 18 ore di cattedra portano a cumulare una, due e anche tre ore a settimana in meno. Regolarmente pagate.

Una parte di quelle ore potrebbe essere restituita sotto forma di incontri per colloqui con le famiglie (o di recuperi per gli alunni). Cosa ne pensano le associazioni dei genitori?