Da Trento a Ragusa: ragazzi, a scuola ci si veste con decenza se no….

Il caldo che attanaglia la penisola induce adulti e ragazzi a scoprirsi, ma a scuola è bene andarci con abiti adeguati, se no si rischia.

È quanto accade o è già accaduto a Trento e a Ragusa dove i dirigenti di due istituti superiori non hanno fatto sconti ai ragazzi che intendevano entrare in classe in abiti succinti.

Allo scientifico “Enrico Fermi” di Ragusa non sono stati ammessi in classe, perchè vestiti in modo non conforme al decoro, due alunni sedicenni che frequentano il terzo anno: indossavano pantaloni che coprono fin sotto le ginocchia (pinocchietti), ma non arrivano ai piedi.

I due ragazzi hanno dovuto cambiare in fretta e furia per essere ammessi in classe.

A Trento la dirigente dell’istituto “Tambosi” ha richiamato tutti all’ordine vietando pantaloni a vita bassa, minigonne, sandali infradito e canottiere troppo corte.

Dopo una lettera di “richiamo alla decenza” inviata alle famiglie, vuole ora preparare un regolamento in modo che gli studenti vadano a scuola “con un abbigliamento appropriato“.

Non pretendo che i ragazzi vengano in giacca e cravatta e le ragazze come le monache – dice la preside – ma non ci si può vestire come si andasse al mare con canottierine che fanno vedere l’ombelico, minigonne esagerate o pantaloni a vita bassa con la pancia di fuori, oltre a qualcos’altro“.

Ci sarà un motivo – ha osservato – se le parti intime si chiamano così, allora bisogna coprirle“.