
Genitori e bambini che leggono di più, sono più felici
Il 24 marzo, in occasione di un incontro promosso dal Battello a Vapore-Piemme dal titolo “Leggere, divertirsi, crescere”, all’interno della Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna, è stata presentata un’indagine demoscopica realizzata da Astra Ricerche, dalla quale risulta che la felicità in famiglia cresce con il crescere della lettura di libri sia degli adulti, sia dei loro figli.
La ricerca si è basata su 800 interviste telefoniche somministrate a un campione rappresentativo dei genitori di nazionalità italiana con figli 0-14enni, pari a un universo di 11.0 milioni di adulti
L’indagine dimostra che i genitori favorevoli alla lettura infantile e pre-adolescenziale affermano di essere molto felici dei loro rapporti con i figli nella misura del 35% (la media è del 30%). Coloro tra essi che dicono di promuovere e favorire la lettura di libri non scolastici sostengono di essere assai appagati nel 39% dei casi.
La ricerca suddivide l’universo dei genitori italiani di figli con meno di 15 anni in 6 cluster molto riconoscibili: gli autoritari (20% del campione), monodirezionali e rigidi con i figli; i ricattati (16%), vittime dei figli e completamente assoggettati alle loro richieste; i contraddittori (19%), che, alternando le due precedenti strategie, crescono i figli in maniera confusa; i complici (21%), che si pongono alla pari coi figli illudendosi che nella bidirezionalità, stia il segreto del buon rapporto genitore-figlio; gli estranei (3%), che delegano ad altri la responsabilità di formare i figli, per impossibilità o disinteresse; e infine i maturi(21%), che sanno essere bidirezionali, ma in maniera proficua, riuscendo a essere responsabilizzanti.
Ognuna di queste tipologie di genitori ha un diverso rapporto con i prodotti culturali e quelli dell’industria libraria nello specifico, anche influenzati dalla provenienza geografica e dal livello di scolarizzazione. Circa il 58% dei genitori intervistati giudica “essenziale” o “molto importante” il consumo di libri non scolastici da parte dei propri ragazzi ma solo il 30% del campione mette i libri al centro della relazione educativa genitori-figli e della crescita di questi ultimi. Si tratta d’una minoranza intensa, composta al di sopra della media da donne; da laureati e da diplomati; da residenti al di sopra della linea che unisce Grosseto ad Ascoli Piceno (le regioni più ‘forti’, da questo punto di vista, sono il Piemonte, l’Emilia-Romagna, la Toscana e l’Umbria); da soggetti appartenenti alla fascia alta della classe media e alla classe medio-alta.
In conclusione, la ricerca evidenzia come compito primario per chiunque si occupi di crescere un bambino, anche solo culturalmente, è quello di trasformarlo in un giovane lettore, trasmettendogli la lettura come un piacere condiviso.
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