27 gennaio: per evitare che la memoria della Shoah si indebolisca

«La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati».    

Il Covid ha fermato anche le consuete iniziative in presenza che negli anni scorsi preparavano la Giorno della memoria del 27 gennaio, dedicato alla commemorazione delle vittime dell’olocausto.

A Palazzo Chigi il 26 gennaio si è svolta una tavola rotonda dal titolo “Fascismi di ieri e fascismi di oggi”, alla presenza del Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Presidente dell’UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane). 

Sono sempre meno numerosi i superstiti della Shoah che possono dare testimonianza personale della tragedia immane delle stragi perpetrate dai nazisti nei campi di concentramento.  

Già l’anno scorso erano stati ridotti o annullati i viaggi della memoria per gli studenti ai campi di sterminio; e ancor più lo saranno in questo anno di drastiche limitazioni per la pandemia.

I viaggi della memoria in molti casi sono sostituiti da video conferenze di testimonial da varie città europee e da Israele. Ma le parole non avranno certamente la stessa efficacia del vedere con i propri occhi i luoghi della tragedia con la cruda esposizione dei resti e degli oggetti delle vittime.

La memoria dell’olocausto rischia di indebolirsi, di diventare vox clamantis in deserto.

La memoria, oggi più che mai, chiede di essere tenuta viva; non può essere data per scontata una volta per tutte.

Vi sono nuove generazioni di giovani da informare su quella tragedia umana e formare sui valori che lo sterminio ha negato.

La scuola ha il compito importante da realizzare in conoscenza e formazione, anche per prevenire i ritorni negazionisti favoriti dal web.